L'arte bianca
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CROTONE A Crotone succede che il dirigente del settore urbanistico si rivolge agli ordini professionali per chiedere “un parere tecnico indipendente” relativamente alla costruzione di case popolari in via Israele. 

In sostanza si chiede a soggetti esterni un parere la cui competenza spetta all’Ufficio urbanistico del Comune. Qualcuno spiega questa scelta con una significativa metafora: «È come se i vigili del fuoco chiedessero ad altre organizzazioni un parere tecnico su come si spegne un incendio». 

Si ha proprio l’impressione che, sulla vicenda della costruzione di alcune abitazioni popolari in via Israele, il Comune di Crotone sia entrato in un “cul de sac”, espressione francese che viene utilizzata per indicare l’entrata in una via senza uscita. Il Comune ha deciso di costruire alcune palazzine attualmente ubicate nel quartiere Fondo Gesù, che devono essere abbattute. 

Contro questo progetto si è espresso il Comitato di quartiere Tufolo-Farina che, tra l’altro, ha anche presentato un ricorso al Tribunale amministrativo regionale della Calabria per chiedere l’annullamento del procedimento messo in campo dal Comune di Crotone, che quelle costruzioni popolari li vorrebbe edificare proprio in via Israele. 

Un braccio di ferro che ha anche provocato la brutta vicenda dell’aggressione del sindaco Vicenzo Voce ai danni del consigliere comunale di maggioranza Ernesto Ioppoli, che si è schierato con coloro che non vogliono la realizzazione delle abitazioni popolari in via Israele. Gli ordini professionali sono stati già coinvolti nella questione proprio dal Comitato di quartiere. 

È stato chiesto loro un parere tecnico sul progetto. Un parere che è stato espresso ovviamente dopo un accesso agli atti. L’acquisizione degli atti avrebbe evidenziato che il terreno scelto dal Comune per la costruzione degli immobili era destinato ad aree verdi nel precedente strumento urbanistico. 

È stato rilevato anche che il Piano regolatore generale del 2002 ha fatto salvo le lottizzazioni che erano state previste con i precedenti strumenti urbanistici. Cosa che non sarebbe successo, invece, con il Psc (Piano strutturale comunale) approvato lo scorso mese di agosto, che ha sostituito il Prg. 

Sempre i documenti acquisiti dall’accesso agli atti hanno rilevato che i terreni in questione sono destinati ad area strumentale urbanistica, a servizi e, quindi, non edificabili. Sulla base di queste risultanze gli ordini avevano chiesto al Comune un incontro chiarificatore che sarebbe stato rifiutato. Perché allora si è continuato a sostenere l’edificabilità dell’area?

 Il Comune sostiene che la documentazione acquisita con l’accesso agli atti non è completa, in quanto nel frattempo, al progetto inziale, si sono aggiunte altre costruzioni. Il nuovo documento inviato lo scorso 19 settembre, in aggiunta a quello acquisito in precedenza, non presenterebbe una situazione sostanzialmente diversa da quella precedente. 

A questo punto il Comune ha deciso di chiedere il nuovo “parere tecnico” mettendo gli ordini professionali nelle condizioni di essere un soggetto terzo chiamato in causa dai vigili del fuoco per ottenere indicazioni su come si deve intervenire per spegnere un incendio che rischia di mandare in fumo l’intero palazzo comunale. 

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