Cnddu denuncia: «Visite dermatologiche annullate per assenza di medici»
La denuncia del presidente del Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei Diritti umani, Romano Pesavento, sulla situazione che si sta verificando all’Asp di Crotone
CROTONE Il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei Diritti umani (Cnddu) attraverso una nota esprime «profonda indignazione rispetto alla situazione che si sta verificando presso l’Asp di Crotone, dove numerose segnalazioni denunciano l’impossibilità di accedere a visite dermatologiche programmate da mesi».
«È gravissimo constatare che pazienti - rende noto il Cnddu -, già in lista d’attesa da marzo per essere visitati a luglio, abbiano visto le proprie prenotazioni annullate all’ultimo momento. È stato dichiarato che le prestazioni non possano essere garantite nell’immediato causa precarietà /mancanza di medici, rimandando al Cup la gestione delle prenotazioni. Un rimpallo burocratico che si traduce in un vero e proprio diniego del diritto alla cura».
Non possiamo che denunciare con forza - prosegue il presidente Romano Pesavento - la vergogna di un sistema sanitario che costringe cittadini a subire mesi di attesa, per poi negare loro anche la più basilare assistenza specialistica
Il professor Romano Pesavento
«La precarietà contrattuale dei medici - stigmatizza la nota - non può e non deve ricadere sui pazienti, né giustificare il collasso dei servizi. Ricordiamo che il diritto alla salute è sancito dalla Costituzione e che ogni ritardo, soprattutto in campo dermatologico, può comportare conseguenze gravissime, in particolare nei casi in cui sia necessario individuare precocemente patologie serie».
«Questa situazione - denuncia il Cnddu -, oltre a rappresentare un intollerabile disservizio, rischia di diventare un vero e proprio fattore di aggravamento per persone che convivono con patologie cutanee che richiedono un riscontro tempestivo e puntuale. Non è accettabile che un cittadino con sospetti di melanomi o altre malattie gravi venga abbandonato per mesi nell’incertezza e costretto a rinunciare a cure preventive e salvavita».
«In una terra già provata da difficoltà sociali ed economiche - sottolinea il Cnddu -, la negazione della salute equivale a infliggere un ulteriore colpo a chi chiede soltanto dignità e rispetto. Se lo Stato abdica al proprio compito di tutela, lascia i più fragili in balia di un’attesa che può trasformarsi in dramma. È urgente che le autorità regionali e nazionali intervengano senza indugi, perché la sanità non può essere ridotta a promessa disattesa né a privilegio per pochi, ma deve tornare ad essere un diritto effettivo e concreto per tutti», conclude Pesavento.