L'arte bianca
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CROTONE «Che la città di Crotone fosse esposta a nostalgiche reminiscenze di matrice fascista era stata già una percezione netta più che un sospetto. Nella memoria storica della nostra città a guida Senatore Pasquale troneggia, vorremmo ricordarlo, il Gladio monumento realizzato sul colle di parco Pignera e ben visibile anche da via Giovanni Paolo II. Lugubre presagio potremmo aggiungere, dati i tempi e i venti di guerra del nostro presente!». 

Pasquale senatore nella redazione della Provincia Crotonese

È quanto scrive il comitato provinciale dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia (Anpi) di Crotone, attraverso la sua presidente Giusy Acri, in merito alla decisione della commissione Toponomastica del Comune di Crotone che, lo scorso 3 luglio, ha approvato la proposta di intitolare all'ex sindaco, Pasquale Senatore, il nuovo anfiteatro che sorgerà dietro il Teatro comunale intitolato al maestro “Vincenzo Scaramuzza”. La proposta sarà ora sottoposta alla valutazione della Giunta comunale per l'approvazione definitiva. 

«Perplessità a parte – incalza l'Anpi – per un presunto significato pacifico attribuibile ad uno strumento di guerra e di morte come il gladio (arma di romana memoria); l’eredità della nostra più recente storia è inequivocabile: ci sono stati quelli che si sono alleati con il nazismo, sposandone anche gli orrori delle leggi antisemite e ci sono stati quelli che hanno dovuto combattere, per riscattare il proprio Paese dall’infamia nazifascista. Ecco, il Gladio è ancora lì a ricordarci che mistificazione e revisionismo minacciano la Storia e la nostra Democrazia e che è necessario smascherare messaggi falsificatori della realtà, a cui qualcuno ci vorrebbe assuefatti». 

«Tutto questo – denuncia Anpi – non stupisce ma indigna. Tutto questo accade oggi, nel momento in cui ritorna la celebrazione politica di figure istituzionali fortemente e tristemente caratterizzate (attraverso la proposta di intitolazione a Senatore Psquale di una piazza). Il contesto politico e culturale internazionale oggi si presenta complesso e ispirato per un verso da sentimenti ostentatamente autarchici e sovranisti, figli di una cultura insofferente rispetto al “diverso” e rispetto a ciò che non si conosce; per altro verso arroccato su fragili convinzioni suprematiste, che si sgretolano però difronte a processi inevitabili dal punto di vista antropologico e sociale». 

«Tra i padri dell’Antropologia del Primo ‘900 – ricorda l'Anpi – Franz Boas (ebreo costretto a rifugiarsi negli Stati uniti), dichiarava che “la storia non può essere pensata come lo sviluppo lineare di un unico modo di pensare o di essere, che ogni società possiede qualcosa di unico e di irripetibile, che i contatti ineludibili tra i popoli hanno diffuso elementi culturali da un contesto a un altro”. Ancora oggi alla base dell’esistenza vi è un percorso fondamentale, che passa attraverso la conoscenza partecipata, che per sua natura non contempla logiche suprematiste o razziste, ben rappresentate invece da simboli come il Gladio, che non garantiscono contesti culturali democratici e di pace» conclude la presidente dell'Anpi provinciale di Crotone, Giusy Acri. 

L'Arci: «No all'intitolazione dell'anfiteatro a Pasquale Senatore»

Anche l'Arci di Crotone interviene sull'iniziativa a memoria di Pasquale Senatore definendola una scelta «divisiva» e per questo dice «no» all'intitolazione dell'anfiteatro.

«Come associazione . Scrive l'Arci – , esprimiamo con forza la nostra contrarietà alla proposta di intitolare una via, una piazza o il nuovo anfiteatro comunale a Pasquale Senatore, ex sindaco di Crotone. Una decisione che, lungi dal rappresentare un gesto di memoria condivisa, assume i contorni di una scelta divisiva, ideologica e strumentale». 

«Pasquale Senatore, a nostro avviso – contesta l'Arci –, non è una figura in grado di unire la comunità crotonese. Al contrario, è stato il sindaco della discarica di Columbra, simbolo di ferite ambientali ancora aperte sul nostro territorio; il promotore della "passeggiata degli innamorati", operazione che si è rivelata tragica per il livello di inquinamento dell'ambiente, con gravi conseguenze sulla salute dei crotonesi; il regista di un Piano Regolatore discusso e voluto dai potenti della città». 

«Oggi, l'intitolazione dell'anfiteatro a Senatore – stigmatizza l'Arci –, a ridosso dell'avvio della campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio comunale, appare in tutta evidenza come un atto di propaganda, più che un riconoscimento storico. Rigettiamo con forza ogni tentativo di riscrivere la storia cittadina a colpi di toponomastica, cancellando magari simbolicamente figure come Enrico Berlinguer per sostituirle con personalità la cui eredità è tutt'altro che condivisa. La proposta di rinominare piazza Berlinguer a favore di Senatore è, in tal senso, un segnale grave, che tocca in modo diretto la memoria democratica della nostra città».

«Invitiamo la Giunta comunale – auspica l'Arci – a non approvare questa scelta e chiediamo che ogni decisione sulla toponomastica cittadina sia frutto di un confronto ampio, trasparente e partecipato, nel rispetto di tutte le sensibilità presenti nella comunità crotonese. Crotone ha bisogno di luoghi che uniscano, non che dividano. E la memoria condivisa si costruisce con la verità, non con l'opportunismo politico», conclude la nota.


 

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