Piscina, Kroton nuoto: «Entrate sufficienti a coprire i costi di gestione»
La replica: «Ennesimo tentativo di mistificare la realtà e ribaltare responsabilità in una vicenda le cui dinamiche sono ormai note a tutta la cittadinanza»
CROTONE «Prendiamo atto del comunicato pubblicato da Rari Nantes, che rappresenta l'ennesimo tentativo di mistificare la realtà e ribaltare responsabilità in una vicenda le cui dinamiche sono ormai note a tutta la cittadinanza». È quanto precisa in una replica l'Asd Kroton nuoto, mandante dell’Ati “Bludea” concessionaria della gestione dell’impianto di via Giovanni Paolo II.
«È necessario ribadire con estrema chiarezza - si legge nella nota - che Asd Kroton Nuoto è la parte lesa in questa vicenda e ha già avviato azioni giudiziarie a tutela dei propri diritti. Le vicissitudini che hanno portato alla nostra illegittima estromissione dalla gestione dell'impianto sono note da tempo a tutti: amministrazione comunale, utenza, opinione pubblica».
«Accusare Kroton Nuoto di "gravissime inadempienze" - si difende la società - quando siamo stati sistematicamente esclusi dalla gestione operativa dell'impianto è un'operazione di mistificazione inaccettabile. Con l'occasione si ritiene opportuno chiarire che, contrariamente a quanto sostenuto da Rari Nantes, le entrate derivanti dall'attività ordinaria della piscina sarebbero state ampiamente sufficienti a coprire i costi di gestione dell'impianto. I contributi pubblici previsti avrebbero inoltre garantito un surplus economico da reinvestire nella struttura e nei servizi offerti alla cittadinanza».
«La causa del dissesto economico - sostiene la società - è opera esclusiva della malagestione operata da Rari Nantes, società già citata in giudizio da Kroton Nuoto proprio per tali condotte attualmente al vaglio delle Autorità giudiziarie. Quanto asserito nel comunicato di Rari Nantes è pertanto falso e gravemente fuorviante».
«Kroton Nuoto sta valutando ulteriori iniziative legali - conclude la nota - alla luce delle recenti gravi affermazioni contenute nel comunicato pubblicato, che riteniamo lesive della nostra immagine e fondate su presupposti falsi».

