Bonifica, Fratelli d'Italia: «Coinvolegere Eni e pensare a un impianto Waste to fluel»
CROTONE «Sulla bonifica tutti legati all’oggi e nessuno proiettato verso il futuro». È quanto scrivono in una nota tre militanti di Fratelli d'Italia a Crotone. Si tratta di Fabrizio Zurlo, Fabio Federico e Umberto Caputo.
«Sono ormai mesi che leggiamo sui principali organi di stampa territoriali - commentano i tre - fiumi di parole, ipotesi, suggerimenti e congetture a riguardo della tanto attesa bonifica dell’area industriale pitagorica. Sebbene tutte le opinioni, siano esse civiche, politiche, tecniche, in questa delicata fase siano fondamentali (anche quelle espresse per mero attacco politico) in quanto denotano un barlume di vivacità civica e politica da troppo tempo assente sul nostro martoriato territorio, si nota facilmente come queste siano proiettate per lo più ad esaminare importanti questioni che sono strettamente legate ad un futuro che sembra tanto vicino da poter essere considerato quasi presente».
«Stoccaggio dei rifiuti in loco o fuori regione - elencano i tre -, nuove discariche speciali o ampliamento di quelle esistenti sono tutti quesiti di certa e fondamentale importanza che tutti si pongono ormai da tempo perdendo di vista, troppo spesso, l’obiettivo finale ovvero quello di liberare la nostra terra dai veleni. Quindi, laddove il generale Errigo riuscisse a trovare una soluzione ottimale al problema in un brevissimo lasso di tempo, come si svilupperebbe l’area bonificata? Questo quesito ancora non trova alcuna risposta! Eppure, se dovessimo ragionare mirando il nostro sguardo all’orizzonte cercando di rispondere al quesito su esposto, si aprirebbe a noi tutti un panorama diverso fatto di tante opportunità».
«Lavorando con la fantasia - auspiano i tre di Fdi - si potrebbe immaginare un coinvolgimento diretto di Eni per la creazione di nuove opportunità lavorative come quelle ad esempio offerte dalla costruzione di uno stabilimento in loco “Waste to fuel”. Waste to fuel è una tecnologia inventata da Eni e già stata sperimentata in diverse parti d’Italia che ha come obiettivo la gestione dei rifiuti in ottica circolare. Il cuore della tecnologia è la termoliquefazione, un processo termochimico in soluzione acquosa che trasforma la biomassa di partenza in una sorta di petrolio biologico o bio olio. Dal processo, inoltre, si ricava gas (principalmente biometano e CO₂) e acqua che, opportunamente depurata, è riutilizzabile all’interno dell’impianto stesso o per altri usi industriali. Ogni passaggio è studiato per minimizzare lo scarto da inviare a smaltimento: anche il residuo solido, costituito dal rifiuto non trasformabile, può servire per generare calore destinato alle esigenze energetiche dell’impianto».
«E ancora, si potrebbe ipotizzare ad esempio - suggerisce Fdi - un centro di ricerca strettamente legato allo studio dei rifiuti speciali, alla progettazione di nuove tecnologie mitigazione del rischio chimico ed allo studio di nuovi metodi di bonifica delle aree contaminate. Ciò diventerebbe senz’altro un polo nazionale ed internazionale e porterebbe enorme lustro nella nostra piccola città. Si potrebbe ulteriormente immaginare la nascita di un centro di studio per lo sviluppo tecnologico nei campi di applicazione della multinazionale (piattaforme, imbarcazioni, perforatrici) accostando ad esso un centro di produzione vista la vicinanza dell’area in questione all’infrastruttura portuale».
«Mille e mille altre ipotesi si possono immaginare - commentano i tre -, tutte concrete e tutte che vanno in una duplice direzione: quella di coinvolgere Eni in un processo di bonifica dell’area che sia il più veloce possibile e che interessi la stessa in maniera attiva viste le potenziali opportunità di crescita che potrebbero crearsi per l’azienda stessa e quella di creare nuove opportunità lavorative per il nostro territorio che si appresta a vivere nuovamente una profonda crisi occupazionale. Facciamo quindi appello ai nostri rappresentanti istituzionali a tutti i livelli affinché si possa programmare e progettare un nuovo futuro per la nostra città, trasformando la pagina buia della bonifica in un’opportunità concreta di sviluppo Crotone e per tutto il territorio regionale», concludono Zurlo, Federico e Caputo.