L'arte bianca
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I vantaggi economici derivanti dalla permanenza nella massima serie sono molto importanti per le squadre di calcio Europee; in Italia ne sentiamo spesso parlare sotto la dicitura di premio salvezza, che si misura non soltanto come bonus legati al piazzamento finale di una squadra ma anche sulla capacità della stessa (e della sua amministrazione) di reggere il bilancio al termine di una stagione.

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C’è però una novità interessante che a partire dal campionato 2025/2026 cambierà leggermente le carte in tavola e che vale per i calciatori di serie A che firmeranno un nuovo contratto a partire dal 2 Settembre 2025: un nuovo schema di retribuzione, più equo, che legherà in maniera più stretta le sorti sportive della squadra al suo gettito economico. Questo si ritraduce in un qualcosa che plausibilmente cambierà anche l’impegno dei giocatori sul campo, con plausibili variazioni anche nelle scommesse oggi e le loro quote: in caso di retrocessione in serie B lo stipendio fisso, infatti, finirà per ridursi in maniera automatica!

Tra incentivi economici e motivazioni sportive

La modifica normativa emerge dal nuovo contratto collettivo firmato da Lega Serie A e Associazione Italiana Calciatori, con il benestare della FIGC. A contenere la modifica è l’articolo 5.2 comma 7, che recita direttamente “in caso di retrocessione della squadra in serie B, la retribuzione fissa viene ridotta automaticamente del 25%”. Tale riduzione viene applicata dalla stagione sportiva immediatamente successiva a quella in cui si verifica la retrocessione, e permane eventualmente per le stagioni successive salvo nuova promozione in serie A, che invece finisce per ripristinare il livello retributivo originario.

Di fatto quello che questa scelta introduce è un meccanismo di guardia che sposta ingaggi e bilanci a un livello più sostenibile in caso di discesa in serie minore, cosa molto utile sopratutto nei momenti di difficoltà sportiva. Una riforma, quindi, che ha la volontà palese di allineare incentivi economici e obbiettivi sportivi, in precedenza scarsamente armonici e responsabili in parte di piani di spesa al limite del concetto di irresponsabilità, specie per i club che all’improvviso si ritrovano paracadutati in serie B.

Per alcuni è questione di stimolo

Per molti questa riforma ha un chiaro obbiettivo: dare ai calciatori un ulteriore stimolo per non abbandonare la lotta alla salvezza, in quanto ogni punto conquistato potrebbe salvare anche una parte rilevante delle proprie entrate. Nonostante questo, nel suo automatismo, il nuovo CCNL permettono anche il giusto grado di variabilità che offrono a club e giocatori anche la possibilità di accordarsi in maniera diversa, con clausole personalizzate o possibilità di deroghe sull’applicazione della penale. In questa maniera si tende a preservare la libertà contrattuale di giocatori e società, consentendo trattative ad hoc in caso di situazioni particolari. Per Ezio Simonelli, presidente della Serie A, l’intesa sul CCNL è un passaggio di grande rilievo con il sistema calcistico e dimostra una volontà di tutela e crescita per il mondo calcistico, offrendo una struttura contrattuale in grado di responsabilizzare club e calciatori, enfatizzando l’importanza di fare scelte economiche consapevoli.

Bilanci più semplici da gestire per i club significa anche, idealmente, una maggiore competitività durante il corso dei prossimi anni, con la concreta possibilità di mettere i calciatori di fronte a un sistema in cui sono incentivati a fare meglio. Non siamo sicurissimi che questo sistema effettivamente farà fare capolino a squadre diverse all’interno del contesto delle scommesse champions league, ma serve ad arginare il volano economico che per alcuni riduce parzialmente il divertimento derivante dal seguire uno sport meraviglioso come il calcio!

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