L'arte bianca
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CROTONE La Corte d'Appello di Catanzaro ha ridotto da 20 anni a 8 anni di reclusione la pena inflitta a Leonardo Sacco, ex governatore della Misericordia di Isola Capo Rizzuto, nell'ambito del processo scaturito dall'indagine della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che nel 2017 portò all'operazione Jonny con la quale gli inquirenti rivelarono le pesanti ingerenze delle cosche Arena e Nicoscia nella gestione del centro di accoglienza per migranti di Sant'Anna.

Si tratta del secondo processo d'appello celebrato nei confronti di Sacco e altre 38 persone coinvolte in quella inchiesta, i cui ricorsi contro una precedente decisione della Corte d'appello di Catanzaro furono accolti dalla Cassazione nel marzo 2023 che, annullando alcuni dei reati loro contestati, ordinò un nuovo giudizio di secondo grado.

Oggi la corte presieduta dal giudice Antonio Battaglia ha emesso la sentenza rideterminando le pene per 37 imputati, previa esclusione delle aggravanti, e pronunciando anche due assoluzioni, quelle per Francesco Arena e Francesco Bruno.

Con l'operazione Jonny, datata 15 maggio 2017, la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro portò alla luce le ingerenze della cosca Arena in larghi settori l'economia di Isola Capo Rizzuto e in particolare del centro di accoglienza per migranti. In particolare sul banco degli imputati finirono il parroco di Isola Capo Rizzuto, don Edoardo Scordio, e l'allora governatore della Misericordia, Leonardo Sacco.

Entrambi accusati di associazione mafiosa e di aver agevolato la cosca Arena permettendole di allungare i tentacoli sul centro di accoglienza lucrando soprattutto attraverso gli appalti per la mensa. A Sacco, in particolare veniva contestata una serie di capi d'imputazione per malversazione, ovvero l'utilizzo fraudolento dei fondi stanziati per l'accoglienza dei migranti, nonché di essere stato l'organizzatore e il promotore dell'associazione mafiosa sgominata con l'inchiesta Jonny, oltre a una serie di aggravanti e a una truffa.

Per tutti questi reati l'ex governatore della Misericordia era stato condannato in primo grado a 17 anni e 4 mesi di reclusione, poi aumentati a 20 anni nel primo processo d'appello. La suprema corte ha poi escluso la sua responsabilità nelle malversazioni e ordinato un nuovo processo escludendo il ruolo di organizzatore e promotore dell'organizzazione mafiosa che gestiva i proventi destinati ai migranti.

Arrestato nel maggio 2017, Sacco ha scontato 6 anni di reclusione in regime di 41 bis prima di essere scarcerato nel marzo 2023 proprio in virtù della decisione della Cassazione. Nello scorso mese di aprile la Corte dei conti della Calabria ha condannato l'ex governatore della Misericordia, Leonardo Sacco e l'ex parroco don Edoardo Scordio al pagamento di 34.904.090 euro in favore del ministero dell'Interno per il danno erariale causato con l'illecita gestione dei fondi destinati alla gestione del centro di accoglienza per migranti di Isola Capo Rizzuto. (AGI)

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