Imu, contoffensiva di "Crescere": «Pugliese lasciò 4 milioni dovuti da Eni»
Il movimento politico che sostiene il sindaco Voce accusa l'ex primo cittadino di non avere incassato gli importi delle sanzioni per le annualità fra il 2010 e il 2015

CROTONE «Non foss’altro che per dignità politica, l’ex sindaco Pugliese, così come qualche altro nostalgico e tifoso a oltranza della vecchia politica, bene farebbero a tacere in merito all’asserita rivendicabilità di risultati relativi alla vicenda processuale che oggi ha consentito all’amministrazione Voce, e solo ad essa, di vincere in Cassazione l’annoso contenzioso relativo all’Imu sulle piattaforme per l’annualità 2016».
È la controreplica del movimento “Crescere” a sostegno del sindaco Vincenzo Voce in merito all'attacco lanciato dal segretario provinciale di Italia viva, Ugo Pugliese, che in una precedente nota aveva rivendicato la paternità dell'azione legale del Comune di Crotone contro Eni per l'accertamento Imu sulle piattaforme a mare.

«Tanto meno l’ex sindaco Pugliese - attacca Crescere - può ritenersi soggetto politico adeguato a dispensare consigli circa l’utilizzo dei fondi provenienti a qualsiasi titolo dalla multinazionale. Sostiene l’ex sindaco Pugliese che l’attuale amministrazione avrebbe raccolto i frutti di un lungo lavoro avviato dalla propria, si fa per dire, amministrazione».
«In realtà l’avviso di accertamento per l’anno 2016 - sostiene Crescere - fu emesso lo scorso dicembre del 2020 (l’amministrazione si insediò ad ottobre del medesimo anno). A seguito di un primo tentativo di trattativa condotto dal sindaco Voce e dagli assessori Cretella e Scandale non definito proprio per l’indisponibilità a rinunciare a nulla di quanto dovuto, Eni insorse subendo tre sconfitte in altrettanti gradi di giudizio negli ultimi 4 anni».
«Nel frattempo - prosegue Crescere -, sempre l’amministrazione Voce ha emesso gli avvisi di accertamento per gli anni 2017, 2018 e 2019, tutti sino ad oggi resistiti alla prova di ogni impugnativa. Al sindaco Pugliese, allo smemorato di Collegno, va invece ascritta la definizione dei contenziosi per le annualità dal 2010 al 2015, il primo emesso durante l’amministrazione Vallone e gli altri emessi durante la propria amministrazione, ed anch’essi a suo tempo impugnati da Eni».

«In quel caso il sindaco Pugliese - accusa Crescere - preferì definire nell’anno 2017 una transazione per le annualità fra il 2010 ed il 2015, ottenendo le sole imposte e gli interessi e lasciando sul tavolo tutti gli importi dovuti a titolo di sanzioni, per un importo complessivo pari a circa 4 milioni di euro. Quelle stesse sanzioni che oggi invece la Corte di Cassazione ha riconosciuto alla nostra amministrazione!».
«Nella sentenza della Corte di Cassazione emessa ieri - scrive Crescere -, viene infatti esplicitamente sconfessata la tesi che condusse l’amministrazione Pugliese ad “abbonare” le sanzioni, non sussistendo alcuna incertezza normativa ed alcun presupposto di legge idoneo ad andare in tale direzione. Più che rivendicare risultati, oggi quindi il sindaco Pugliese deve giustificare il pregiudizio del mancato introito si somme milionarie in favore dell’ente».
«Quanto all’utilizzo dei fondi - incalza Crescere -, il nostro smemorato può dormire sonni tranquilli. All’inflazionata storiella dei soldi impiegati esclusivamente in eventi effimeri non ci ha mai creduto nessuno. Il sindaco Voce ha già annunciato che destinerà la maggiore quota di tali risorse a favore del recupero delle periferie ed in interventi infrastrutturali, quelli che lui e la sua amministrazione non hanno né progettato e né realizzato».

«Così come avviene nell’accordo per lo sviluppo con Eni - aggiunge Crescere -, dove destiniamo il 70% in opere pubbliche ed il 30% in servizi e così come facciamo nella programmazione dell’impiego delle royalties, destinate prevalentemente alla riqualificazione ambientale e al pagamento dei debiti in materia di rifiuti contratti dalle precedenti amministrazioni».
«La verità - conclude Crescere - è che gli scomposti interventi come quelli dell’ex sindaco Pugliese, sono l’archetipo della politica intesa come tifoseria, quella che non gioisce per i risultati oggettivi ottenuti in favore della città, ma che mira screditare e sminuire a tutti i costi più per risentimento, che per amore della città. Anche quando si ottiene di più di quello che si è ottenuto in passato. Il più chiaro sintomo dell’inconsistenza politica».