CROTONE È un fronte compatto quello annunciato questa sera tra Comune e Regione in merito all'attuazione della bonifica dell'ex sito industriale di Crotone. Il prossimo 3 maggio, infatti, diranno “no” alla modifica del Paur (Provvedimento autorizzatorio unico regionale) sul Pob Fase 2. E lo faranno durante l'ennesima Conferenza dei servizi convocata dal ministero dell'Ambiente su richiesta di Eni che non vuole più trasferire più fuori regione quei veleni che sono una palla al piede.

Natale al Centro Comune di Crotone
Natale al Centro Comune di Crotone

È questo quanto emerso nel tardo pomeriggio di oggi nel corso del convegno promosso da Legambiente a Crotone nella sede della Lega navale italiana dal titolo “Verso la bonifica: quale visione per la città di Crotone”.
Assieme alla responsabile di Crotone per Legambiente, Rosaria Vazzano, e alla rappresentante nazionale dell'associazione ambientalista, Elisa Scocchera, hanno preso parte al dibattito pubblico (molto partecipato) anche il sindaco della città, Vincenzo Voce, il commissario di governo, Emilio Errigo, il dirigente della Regione Calabria, Giovanni Aramini, e il direttore dell'Ufficio diocesano di pastorale sociale e del lavoro, Rossella Spinelli.

Un'assenza da “convitato di pietra” è stata invece quella fatta registrare all'iniziativa pubblica dal presidente della Provincia, Sergio Ferrari, che non ha inteso inviare nemmeno il suo vicepresidente, Fabio Manica, in sua rappresentanza (o chi per lui). Da segnalare, al riguardo, che in altre occasioni - come quelle occorse in convegni a Roma o nei vertici in Prefettura - Ferrari e Manica si erano sempre recati entrambi all'appuntamento, mentre questa sera hanno declinato l'invito di Legambiente, lasciando un punto interrogativo su quella che sarà la posizione dell'Ente intermedio il prossimo 3 maggio alla Conferenza dei servizi.
«Abbiamo convocato questo dibattito pubblico – ha premesso Rosaria Vazzano – proprio per conoscere le intenzioni delle istituzioni rispetto alla richiesta di rimodulazione del Pob da parte di Eni il prossimo 3 maggio, ricordando loro che la bonifica del sito di Crotone riguarda, non solo questo territorio, ma l'intera Calabria».
Rossella Spinelli, nel portare i saluti dell'arcivescovo Angelo Raffaele Panzetta, ha reso noto di aver preso parte all'iniziativa con interesse in quanto «la pastorale del lavoro è molto interessata a comprendere di più riguardo a quello che sta accadendo intorno alla bonifica perché è proprio il nostro ambito d'interesse, in quanto riguarda il benessere dell'essere umano e la custodia del creato come presupposto di giustizia sociale».
Non ha avuto problemi a ribadire la presa di posizione ferma, già espressa a margine del tavolo tecnico convocato in settimana dal commissario Errigo, il sindaco di Crotone Vincenzo Voce che ha subito ricordato come Eni ancora «faccia leva su due caratterizzazioni risalenti al 2000 e al 2006» e che questa «ha utilizzato in tutti i progetti presentati e ampliata in termini di monitoraggio della falda».
Il sindaco di Crotone ha quindi ripercorso tutte le tappe di questi oltre 20 anni di trattative, conditi anche dalle sue battaglie da privato cittadino, per giungere a una conclusione amara, quanto scontata. «Eni rewind – ha sbottato Voce – sta perdendo tempo, è arrivato il momento di dire basta!». «Dal primo pob datato 2008 – ha ricordato Voce – Eni ha perso tempo, non perché i metodi d'intervento proposti con tecnologie farlocche non andavassero bene, ma perché il problema sono state e continuano a essere le due discariche a mare». «Dico questo – ha spiegato il sindaco – perché, mentre le altre aree dell'ex sito industriale sono soggette a bonifica e messa in sicurezza, le discariche a mare sono fatte di rifiuti pericolosi che, per legge, devono essere rimossi proprio in quanto a ridosso del mare. Per ovviare a questo problema – ha detto Voce – Eni ha proposto almeno altre 4 volte di realizzare impianti di scopo piuttosto che conferirli altrove. Il tempo non è stato perso dalla politica e dai vari colori politici che si sono avvicendati alla Regione, ma dalla volontà di Eni a non trasferire i veleni».
«Dirò no alla proposta di modifica del Paur – ha avvertito quindi il sindaco -, ma soprattutto chiederò alla Regione, già a partire dal giorno dopo, di escutere la polizza fideiussoria di 153 milioni di euro per avviare il trattamento del perimetro di Pertusola attraverso il “soil mixing” perché è quello che sta a contatto con la falda acquifera e quindi è un intervento prioritario. Intanto Eni – ha assicurato Voce – sarà obbligata a mettere in sicurezza i rifiuti delle discariche a mare». «Hanno deciso loro di mettere in sicurezza i terreni inquinati e, in cambio, dovranno portare via da qui quei rifiuti», ha concluso il sindaco sottolinando di aver ereditato il Pob Fase 2.

Si è tolto qualche “sassolino” dalle scarpe il commissario Errigo, dopo gli ultimi attacchi politici ricevuti nel corso delle ultime settimane, ricevuti soprattutto dall'ex governatore Mario Oliverio, ma anche da Pd, movimenti e associazioni con raccolte firme, nonché dall'ex presidente della Camera di commercio Alfio Pugliese. «Mi considero un missionario – ha dichiarato il generale della Finanza – prestato a questa terra per una forte mission sociale. Respingo al mittente – ha stigmatizzato Errigo –, dunque, qualsiasi voce strampalata che vede un accordo nascosto da parte mia con Eni. Hanno sbagliato persona. Il mio obiettivo istituzionale è quello di coordinare, facilitare e velocizzare tutti quei gangli burocratici che si frappongono all'avvio delle operazioni di bonifica». Quindi il nuovo ultimatum lanciato dal generale nel corso dell'iniziativa di Legambiente. «Qualsiasi sarà – ha assicurato Errigo – l'esito della Conferenza dei servizi del 3 maggio prossimo, il commissario si dice pronto questa sera a emanare un'ordinanza a stretto giro che obbligherà al rispetto di quanto deciso e all'avvio quindi delle operazioni nel nome dei cittadini di Crotone. Farò tutto quanto in mio potere e vincerò perché il mio unico interesse è la salute di questo territorio», ha concluso Errigo.
È stato un intervento accorato, quanto chiaro, forse insolito per un dirigente della Regione quello pronunciato da Giovanni Aramini in merito alle responsabilità maturate da Eni in questo ritardo ultra decennale sull'avvio del Pob fase 2. Il dirigente della Regione ha tenuto a precisare come quanto contenuto nel Paur sia «frutto di una decisione politica assunta nell'ottobre 2018», cui l'organismo di valutazione regionale ha dato attuazione. «Dopo 25 anni – ha tuonato Aramini – stiamo ancora discutendo sul contenuto del progetto di bonifica! Sono passati, prima 70 anni di devastazione di questo territorio, rispetto ai quali abbiamo pagato con sudore, sangue e morti, mentre la ricchezza non è rimasta a Crotone, ma è andata a finire in altre parti di questo Paese. Questo progetto di bonifica – ha quindi chiosato il dirigente – dovemmo averlo già realizzato per quanto esso non sarà mai bonifica completa. Noi dobbiamo pretendere da Eni perché è un nostro diritto».

Un milione di tonnellate di rifiuti interrati nell'ex area industriale da smaltire

Suscita allarme a Crotone, per le possibili conseguenze sul piano ambientale, la bonifica del Sito di interesse nazionale (Sin) della città calabrese, che è stata in passato il più importante polo industriale della Calabria. L'area è stata acquisita da Eni Rewind che ha presentato un Progetto operativo di bonifica.
La zona interessata dal Sin si estende per circa 884 ettari, mentre quella perimetrata a mare è di 1.448 ettari, compresa l'area portuale. Il 49% dei rifiuti è di tipo non pericoloso. Il resto si caratterizza, invece, per la presenza di metalli pesanti (35%) come cadmio, zinco e arsenico; tenorm (5%) materiale che aumenta la radioattività naturale, e tenorm misto ad amianto (11%).
In particolare, i rifiuti da bonificare nell'area della discarica dell'ex Fosfotec ammontano a 372.880 tonnellate; quelli presenti nella discarica dell'ex sito di Pertusola a 457.200 tonnellate e 200 mila tonnellate quelli interrati nel sito dell'ex Pertusola. Il dibattito a Crotone sul progetto di bonifica del Sin è particolarmente acceso e la "partita" che si sta giocando, anche sul piano politico, é complessa.
Un'ordinanza dal ministero dell'Ambiente del 2020, che ha accolto il vincolo inserito nel procedimento autorizzativo unico (Paur) posto nel 2019 dalla Regione Calabria, obbliga Eni Rewind a smaltire questa enorme massa di rifiuti fuori dalla Calabria. Ma la stessa Eni Rewind, lo scorso novembre, ha ribadito quanto già aveva evidenziato nel 2021 all'Ufficio del commissario governativo per la bonifica, e cioè che non ci sono nel territorio italiano discariche in cui è possibile smaltire rifiuti contenenti tenorm e amianto se non proprio quella di Crotone, di proprietà della società Sovreco.
Per questo motivo Eni Rewind ha chiesto una revisione del progetto finalizzata all'abolizione del Paur. Richiesta di cui si discuterà il 3 maggio nel corso di una Conferenza di servizi indetta dal ministero dell'Ambiente.