L'arte bianca
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CROTONE Il Comune di Crotone dà due incarichi per la realizzazione delle case di edilizia sociale in via Israele e il Comitato di quartiere Tufolo-Farina che, si oppone alla realizzazione del progetto, denuncia «gravi incongruenze».

In una nota di oggi il Comitato scrive che «il 19 novembre 2025 il Comune di Crotone ha affidato un incarico esterno per la progettazione tecnica degli alloggi» e «nella stessa giornata è stato inoltre affidato un secondo incarico, relativo ai rilievi geologici, sempre con procedura di affidamento diretto».

«Tuttavia, - scrive il Comitato - dalla lettura delle due determinazioni dirigenziali emergono incongruenze che sollevano più di un dubbio sulla correttezza dell’iter amministrativo». Sarebbero stati commessi presunti abusi da parte del dirigente che ha firmato i due atti in quanto «non si comprende come sia stato possibile procedere all’affidamento diretto, anche se sotto soglia, senza la preventiva verifica dei requisiti dell’operatore economico, come previsto dalla normativa Anac».

Come viene evitato questo passaggio? «La determina, a firma del dirigente del settore urbanistica, ing. Francesco Stellato, - si legge nella nota del Comitato - motiva tale scelta sostenendo che il portale Anac sarebbe in manutenzione dal 21 al 25 novembre, inducendo il dirigente ad affidare comunque l’incarico, subordinandolo ai controlli successivi».

Una strana combinazione astrale quella della manutenzione del portale. «Ci chiediamo: è ammissibile una procedura del genere? A nostro avviso no», sottolinea il Comitato. «L’affidamento diretto, anche sotto soglia, - scrivono ancora i rappresentanti del Comitato - deve avvenire solo dopo le verifiche obbligatorie della sussistenza dei requisiti del professionista incaricato».

«Procedere prima delle verifiche – aggiungono - significa esporsi a un evidente rischio di procedura viziata, motivo per cui provvederemo a segnalare l’incongruenza all’autorità di controllo e anticorruzione Anac». Nel prosieguo della nota il Comitato solleva un’altra questione procedurale e cioè «l’incarico per i rilievi geologici, che risulta affidato lo stesso giorno, un minuto dopo l’affidamento della progettazione, ma il professionista incaricato aveva già effettuato i rilievi il 13 novembre scorso».

I rilievi del geologo, quindi, sarebbero stati effettuato prima della formalizzazione dell’incarico da parte del Comune di Crotone. A questo proposito il Comitato aveva chiesto lumi ai professionisti che stavano operando in via Israele e gli stessi avevano mostrato quel giorno «una lettera di autorizzazione ad operare da parte del dirigente».

«È possibile affidare formalmente un incarico dopo che le prestazioni sono già state eseguite?», si chiede il Comitato. Se così fosse sarebbe il «miracolo» del professionista che realizza l’opera prima ancora di essere formalmente nominato. «Anche su questo punto» il Comitato chiede che sia fatta chiarezza.

Un altro «miracolo» sarebbe rappresentato dal fatto che «nella medesima determina compaiono due Cig (codice identificativo di gara) differenti». «Un’anomalia per atti della stessa procedura. Tutto lascia pensare a una fretta eccessiva nel voler portare avanti a ogni costo la realizzazione degli alloggi di via Israele, nonostante sulla vicenda penda un ricorso al Tar e nonostante il sindaco abbia recentemente perso le staffe su questo tema».

Quando il Comitato scrive del sindaco che «ha perso le staffe» si riferisce alla vicenda dei pugni e del calcio dati dal primo cittadino al consigliere di maggioranza Ernesto Ioppoli. L’episodio si è consumato nel palazzo della Provincia di Crotone mentre era in atto una riunione sulla questione delle case da realizzare in via Israele. L’episodio ha avuto un palcoscenico nazionale compreso una interrogazione parlamentare proposta da Vittoria Baldino (M5S).

In seguito alla vicenda il sindaco si è dimesso e poi ha ritirato le dimissioni. Il Comitato di quartiere scrive ancora: «Dal sindaco ci aspettavamo un atto di pacificazione verso i residenti con un atto di coraggio» e cioè «rinunciare definitivamente ad un progetto così divisivo in un’area inidonea oltre ad una procedura che, per la fretta, lo sta affossando politicamente in via definitiva. Suggerimenti, ve ne abbiamo dati, ma evidentemente… Il nostro obiettivo è garantire massima trasparenza, correttezza amministrativa, e soprattutto la tutela dell’interesse pubblico e del quartiere. Per questi motivi continueremo a vigilare e ad agire con tutti gli strumenti consentiti dalla legge».

I tempi sono sempre più stretti e la possibilità di perdere gli oltre cinque milioni di euro destinati al progetto della realizzazione delle case in via Israele diventa sempre più possibile con il passare dei giorni. È stata avviata una corsa contro il tempo che non si sa come finirà. Di chi sono le responsabilità?

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