L'arte bianca
L'arte bianca
L'arte bianca
L'arte bianca

CROTONE La Corte di assise di Catanzaro, accogliendo l’istanza difensiva presentata dall’avvocato Tiziano Saporito, ha convertito la misura cautelare in carcere applicata a Mario Esposito, 70 anni, di Isola Capo Rizzuto, con quella degli arresti domiciliari per l’accusa di omicidio volontario nei confronti del commerciante Giovanni Vatalaro.

Natale al Centro Comune di Crotone
Natale al Centro Comune di Crotone

Il delitto venne commesso il 23 febbraio del 1991, a Fondo Gesù. Secondo quanto contestato dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Pasquale Mandolfino, Esposito avrebbe commesso l'omicidio di Vatalaro insieme a un complice, Francesco Papaleo, ucciso a sua volta in un agguato mafioso nel 1994. Esposito e Papaleo, per uccidere Vatalaro, si travestirono da poliziotti e istituirono un falso posto di blocco nel rione periferico di Crotone.
Sempre quanto sostenuto dall'accusa, si sparò per vendicare la morte di Vittorio Cazzato, avvenuta a ferragosto del 1990. Cazzato, che all'epoca aveva appena 19 anni, ed era figlio di Egidio Cazzato che, a sua volta, è cognato di Esposito.
Nel provvedimento odierno, invece, la Corte di assise ha valorizzato gli elementi offerti dalla difesa da cui si evince che «dal complesso degli elementi sopravvenuti al 1994, in tesi accusatoria supportanti la perdurante partecipazione dell'Esposito al sodalizio Arena-Nicoscia, non emerge alcun ruolo operativo (di Esposito, ndr) né la realizzazione di condotte attraverso le quali si sarebbe estrinsecato il suo apporto all'associazione mafiosa».
Conseguentemente, alla luce del compimento dei 70 anni di età di Esposito e dalla mancanza di elementi che consentano di ritenere che l'uomo, successivamente al 1994, abbia continuato a far parte dell’associazione criminale, la Corte di assise ha accolto l’istanza difensiva, disponendo gli arresti domiciliari.