L'arte bianca
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ROMA Al processo sulla strage di Cutro il governo darà pieno sostegno ai sei militari rinviati a giudizio. L'Esecutivo fa quadrato intorno ai quattro operatori della Guardia di finanza e i due delle Capitanerie di porto che dovranno rispondere dei reati di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo davanti al Tribunale di Crotone, per i ritardi nei soccorsi al caicco 'Summer Love'. Il naufragio avvenne il 26 febbraio del 2023 a Steccato di Cutro e provocò 94 morti, tra cui 35 minori.

Passate soltanto poche ore dalla decisione del giudice per l'udienza preliminare, in prima fila ad alzare gli scudi in difesa degli imputati c'è il Viminale, con il ministro Piantedosi che si dice "certo che dimostreranno la propria completa estraneità rispetto alle accuse che vengono loro rivolte. La responsabilità per le disgrazie causate dalla spietatezza dei trafficanti di esseri umani non può essere in alcun modo estesa a chi ha sempre lavorato quotidianamente per assicurare la salvaguardia della vita delle persone in mare e l'affermazione della legalità in scenari complicati. Saremo vicini a loro in ogni modo per sostenerli in questa battaglia di giustizia e di civiltà".

Ad esprimere sdegno per il rinvio a giudizio è anche il vicepremier leghista, Matteo Salvini che sui social ha scritto: "Una sola parola: vergogna. Processare sei militari, che ogni giorno rischiano la vita per salvare altre vite. Vergogna"

Nettamente critica anche la posizione di Fratelli d'Italia: "È veramente avvilente che coloro che difendono la sicurezza di tutti debbano difendersi in tribunale come dei delinquenti", sostiene il presidente dei senatori di FdI, Lucio Malan
Allo stesso modo il capogruppo dello stesso partito alla Camera, Galeazzo Bignami, aggiunge: "Non possiamo accettare che chi indossa una divisa venga trasformato nel capro espiatorio di un dramma generato da trafficanti spietati, che usano esseri umani come merce. La verità non si piega alle campagne ideologiche: chi salva vite in mare non va criminalizzato, ma tutelato".

Sul fronte opposto invece le ong definiscono i sei rinvii a giudizio "una tappa importante nel lungo percorso per ottenere verità e giustizia sui mancati soccorsi". Per Emergency, Louise Michel, Mediterranea Saving Humans, Sea-Watch, Sos Humanity e Sos Mediterranee, che si sono costituite parte civile nel processo, deve essere "chiarita la sequenza di eventi ed omissioni che hanno portato a uno dei più tragici naufragi della storia italiana. Proprio il processo potrebbe essere l'occasione giusta per fare luce su tutti i passaggi critici, sulle responsabilità dei sei imputati e, auspicabilmente, anche su quelle dei funzionari e delle autorità di livello più alto" e "non si deve più consentire che i responsabili di questo come di altri naufragi restino impuniti mentre le persone continuano ad annegare".

E il leader di Avs Nicola Fratoianni attacca direttamente il governo: "È paradossale però che in queste ore ministri da Salvini a Piantedosi a tanti altri esponenti della destra, tutti si affannino ad esprimere solidarietà agli indagati della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera: ci dovrebbero essere loro su quel banco degli accusati". (ANSA)

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