Bonifica, richiesta di verifica urgente sulla sicurezza da Talerico e Pedace
Il consigliere regionale, assieme al consigliere comunale, hanno scritto agli Enti competenti per garantire la tutela della salute pubblica

CROTONE Una richiesta di «verifica urgente sul rispetto delle norme a tutela della popolazione nei cantieri di bonifica del Sin di Crotone» è stata inoltrata dal consigliere regionale di Forza Italia, Antonello Talerico, e dal consigliere comunale di Consenso, Enrico Pedace, all'indirizzo del direttore generale di Arpacal, Michelangelo Iannone, al commissario straordinario dell’Asp di Crotone, Monica Calamai, al Servizio prevenzione igiene e sicurezza a negli ambienti di lavoro (Spisal) dell'Asp di Crotone e alla Procura della Repubblica di Crotone.

«Sono finalmente in corso le operazioni di bonifica ambientale presso il Sin di Crotone – si legge nella richiesta -, che prevedono il conferimento e lo smaltimento dei primi 40mila tonnellate di rifiuti risultanti dalle suddette operazioni fuori dalla Regione Calabria». «Risultano però segnalate numerose e gravi criticità – scrivono Talerico e Pedace - relative alla tutela della salute pubblica e alla protezione dell’ambiente nei luoghi interessati».

«Deposito temporaneo D15 privo di copertura»
«Nell’area D15 – segnala la nota -, utilizzata per lo stoccaggio temporaneo dei materiali dalla “collina dei veleni”, manca una tensostruttura protettiva. I rifiuti contaminati sono depositati all’aperto senza confinamento, nonostante l’idoneità dell’area per una copertura. Si richiede di riconsiderare l’installazione di coperture, anche mobili o modulari, incluse soluzioni già in uso in altri Sin (esempio Mantova), per ridurre il rischio di dispersione aerea di sostanze tossiche».

«Rischio di emissione di polveri pericolose»
«Le attività di scarico, movimentazione e caricamento nell’area D15 – evidenziano i due -, adiacente al centro abitato, possono provocare dispersione incontrollata di polveri contaminate, soprattutto in condizioni meteorologiche avverse. Ciò espone la popolazione a rischi di inalazione di sostanze pericolose».
«Monitoraggio inefficace e mancanza di trasparenza»

«Le centraline attuali, parrebbero collocate – contestano Talerico e Pedace - esclusivamente nell’area industriale e, quindi non coprirebbero i quartieri limitrofi (Fondo Gesù, Tufolo, ecc.) tant’è che i dati rilevati non sono pubblicati. L’assenza di superamenti normativi non esclude rischi sanitari legati all’esposizione cronica a metalli pesanti (arsenico, cadmio, cromo VI, piombo), con effetti cumulativi e cancerogeni».
«Durata prolungata dei lavori»

«Con la bonifica prevista per circa sette anni – considerano Talerico e Pedace -, è necessario valutare il rischio sanitario cumulativo, ponendo particolare attenzione a fasce vulnerabili quali bambini, donne in gravidanza, anziani e immunodepressi».

Le richieste d'intervento agli organi in indirizzo
Alla luce di queste considerazioni Talerico e Pedace chiedono con urgenza, a ciascuno per quanto di sua competenza: la «verifica urgente delle misure adottate nel cantiere, con focus su deposito D15 e fattibilità di coperture sull’area di scavo»; la «valutazione e prescrizione di tecniche aggiuntive di confinamento (es. coperture, filtri a carbone attivo); il «potenziamento e/o verifica monitoraggio continuo della qualità dell’aria, estendendolo ai quartieri limitrofi, con pubblicazione trasparente e in tempo reale dei dati ambientali»; la «valutazione del rischio sanitario cumulativo e cronico, legato all’esposizione dei lavoratori e della popolazione ai residui e/o polveri da bonifica in atto»; di «integrare i controlli e le prescrizioni operative nei cantieri del Sin di Crotone affinché sia garantita una soglia di sospensione dei lavori più cautelativa rispetto a quella attualmente prevista, a tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori».

«Tali richieste si ritengono giustificate – espongono - al fine di prevenire la dispersione incontrollata di particelle contaminate all’esterno del cantiere, riducendo così l’esposizione della popolazione a metalli pesanti e ad altri inquinanti aerodispersi durante tutte le fasi operative della bonifica. A questo proposito riteniamo indispensabile, trattandosi di una bonifica di portata ed effetti eccezionali, la presenza e vigilanza di personale specializzato dei vostri Uffici. Si confida in un sollecito riscontro e nell’adozione delle misure necessarie per la protezione della salute pubblica e dell’ambiente», concludono Talerico e Pedace.