L'arte bianca
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CROTONE «Un intervento che non tiene conto della storia. Un milione di euro d’ignoranza». È quanto commenta in una nota il gruppo territoriale del Movimento 5 Stelle di Crotone attraverso il suo referente, Francesco Zurlo, esprimendo «profondo dissenso per la decisione dell’Amministrazione comunale di demolire e ricostruire la scuola dell’infanzia “Principe di Piemonte” in via Discesa Conigliera, nell’ambito di Agenda urbana, un intervento dal costo complessivo di circa un milione di euro (943.880,16)».

«Quella che viene presentata come un’operazione di modernizzazione – scrive Zurlo – rappresenta, in realtà, l’ennesima occasione perduta per restituire valore e visibilità a un luogo di altissimo interesse storico: il tratto più antico della cinta muraria cinquecentesca, noto come “Capperina”, che collegava il Castello di Carlo V al sistema difensivo cittadino».

«L’abbattimento dell’asilo – prosegue Zurlo – avrebbe potuto trasformarsi in un progetto di recupero e valorizzazione, integrando le mura nel parco circostante e restituendo ai crotonesi un’area di grande valore culturale e turistico. Invece, la scelta di ricostruire nello stesso punto condanna nuovamente quella parte della città all’oblio, perpetuando l’errore urbanistico che da decenni occulta un monumento fondamentale della nostra storia».

«Riteniamo inaccettabile – commenta ancora il M5s – che decisioni di tale portata vengano assunte senza un reale confronto pubblico, ignorando il contributo delle associazioni culturali, ambientaliste e storiche che da anni si battono per la tutela e la valorizzazione del patrimonio cittadino. La partecipazione dei cittadini non è un ostacolo, ma una risorsa indispensabile per costruire politiche condivise e lungimiranti».

«L’Amministrazione – sollecita Zurlo – deve aprirsi al dialogo, istituendo tavoli permanenti di confronto e momenti pubblici di ascolto prima di procedere con interventi irreversibili. È davvero prioritario ricostruire un asilo in una posizione così rilevante, quando la demolizione avrebbe potuto liberare e valorizzare un’area di altissimo valore storico e identitario? La messa in sicurezza è un dovere, ma non può essere l’alibi per cementificare ancora e cancellare la memoria».

«Chiediamo alla Giunta comunale – conclude Zurlo – di rivedere urgentemente il progetto e di dimostrare una visione capace di coniugare tutela, cultura e sviluppo sostenibile. Non accetteremo che Agenda urbana diventi l’“Agenda dell’occlusione storica”».

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