L'arte bianca
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CROTONE Il Decreto Crotone per concludere le attività di bonifica esiste già. Si tratta del Decreto dirigenziale numero 7 del 3 marzo 2020 emesso dalla Direzione generale per il risanamento ambientale del ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare

Sede del Mase a Roma

Questo decreto che accoglie e fa proprie le decisioni assunte con la Conferenza dei servizi del 24 ottobre del 2019 si compone di undici pagine ed è firmato dal direttore generale Giuseppe Lo Presti
Quattro articoli in tutto, che vengono scritti dopo 45 tra “visto” e “vista” (riferimenti a leggi, decreti, circolari, note e altro), tre “considerato” (riferimenti ad articoli e leggi) e un “ritenuto” (alla luce degli atti, anche impliciti, acquisiti…). 

Nel primo articolo si approva “il documento fronte mare e aree industriali – Progetto operativo bonifica fase 2” del 24 ottobre 2019, che prevede lo smaltimento dei veleni fuori dai confini della Calabria

Nel secondo comma dell’articolo 1 viene approvato il Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur), che impone di smaltire fuori dalla Calabria i veleni di Crotone. In questo articolo viene autorizzata anche la costruzione del deposito “preliminare D15” da utilizzare per valutare le scorie (più di un milione di tonnellate) che saranno prelevate dalla discarica fronte mare prima di avviare l’intervento di bonifica nell’ex area industriale inquinata. 
Nel comma 3 viene sancito che “il progetto di cui al comma 1 è approvato a condizione che siano rispettate le prescrizioni riportate nel Decreto dirigenziale n. 9539 del 2 agosto 2019". In questo caso si fa riferimento al contenuto del Paur e, quindi, alle sue prescrizioni che prevedono, in particolare, lo smaltimento fuori dal territorio calabrese dei veleni di Crotone. 
Nel comma 4 si legge che “il Progetto di cui al comma 1 è approvato a condizione che siano rispettate altre prescrizioni". Si tratta di attività da eseguire da parte dell’Eni con il controllo degli enti preposti. 


Nell’articolo 2 viene sancito che “le attività di monitoraggio ante operam dovranno concludersi entro il 31 dicembre 2020”. Sempre in questo articolo si evidenzia che le attività di smantellamento della discarica a mare non potranno iniziare prima della realizzazione delle barriere a mare

Nell’Articolo 3 viene stabilito che “qualora nel corso dell’intervento si individuassero ulteriori e impreviste contaminazioni diverse da quelle accertate in fase di caratterizzazione, la Eni Rewind Spa, al fine di consentire la verifica della necessità di una variante, ne dovrà dare comunicazione alla Direzione generale per il Risanamento ambientale del ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, con proprie valutazioni tecniche in merito all’efficacia degli interventi previsti nel Progetto ad abbattere la nuova contaminazione rilevata”. 
Nel caso in cui si dovesse verificare che i rifiuti presenti nella discarica a mare sono in quantità superiore a quelli previsti “dovrà essere predisposta dalla Eni Rewind Spa una variante da sottoporre alla procedura prevista dall’articolo 252 del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152. 10”. 

L'ad di Eni Rewind Paolo Grossi

Nell’Articolo 4 viene stabilita la garanzia che Eni deve dare per “la corretta esecuzione e del completamento degli interventi come previsti nel Progetto di cui all’articolo 1 dovrà essere prestata una fideiussione a cura della Eni Rewind Spa a favore della Regione Calabria, in una somma pari al 50% dell’importo dell’intervento stimato nel Progetto medesimo in 151.924.775,00 euro”. 
In sostanza questo decreto stabilisce, senza dare possibilità di altre interpretazioni, che i veleni presenti nella discarica a mare devono essere smaltiti in discariche fuori dal territorio calabrese e impone ad Eni Rewind una linea di comportamento che non ha sinora rispettato. 

Orrico, Irto, De Cristofaro e Pignataro alla conferenza al Senato

Ieri il centrosinistra unito ha tenuto una conferenza stampa nell’aula Nassiriya del Senato nel corso della quale il segretario regionale del Partito democratico, Nicola Irto, ha avanzato la proposta di chiedere al governo Meloni un decreto Crotone nel quale vengono definite le procedure (piano giuridico, operativo e finanziario) per la realizzazione della bonifica a Crotone. 

Il Decreto, però, esiste già ed è completo in tutte le sue parti. Basterebbe fare la battaglia per metterlo in atto, senza perdere ulteriore prezioso tempo. In questa fase, in cui ormai tutti ammettono l’esistenza di discariche in Europa che potrebbero accogliere i veleni di Crotone, sarebbe opportuno accelerare piuttosto che ripartire con una nuova pericolosa discussione ed evitare così eventuali fughe in avanti che rischierebbe di mettere in discussione quanto già stabilito. Il Decreto c’è, basterebbe renderlo operativo. 

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