L'arte bianca
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CROTONE Di seguito una precisazione (integrale) degli avvocati Mario Bombardiere e Francesco Verri in merito all'articolo pubblicato dalla Provincia crotonese il 15 maggio scorso dal titolo “Testimoni potrebbero essere indagati nel processo all'ex sindaco di Melissa” riguardante la nota dell'avvocato Giuseppe Peluso circa il procedimento scaturito dall'operazione antindrangheta “Bordeland” che vede coinvolto il suo assistito, l'ex sindaco Raffaele Falbo. 

Il blitz del 29 novembre 2016 fece registrare 48 arresti e il sequestro di beni eseguiti dalla Polizia di Stato, su disposizione della Dda di Catanzaro. L'inchiesta si concentrò sulla potente e pericolosa cosca di ‘ndrangheta facente capo alla famiglia Trapasso, egemone sul territorio di confine (da qui il nome “Borderland”) tra le provincie di Catanzaro e Crotone e la ‘ndrina collegata dei Tropea.

Falbo concorre alla carica di primo cittadino di Melissa alle prossime Amministrative in programma il 25 e 26 maggio prossimi. Per questo motivo anche gli avversari politici della lista "Melissa ripartiamo” (che sostiene l'avvocato Luca Mauro come candidato a sindaco) avevano tacciato le tesi difensive contenute nella nota come mistificatorie della verità processuale e finalizzate a strumentalizzazioni elettorali.

La replica integrale degli avvocati Bombardiere e Verri sulla posizione di Murgi in “Borderland”

Spiace dover smentire pubblicamente un collega ma purtroppo è indispensabile. 
Fra il 15 e il 18 maggio alcuni giornali hanno riportato testualmente la notizia attribuita all’avvocato Giuseppe Peluso secondo la quale «il processo a carico dell'ex sindaco di Melissa Raffaele Falbo» avrebbe subito «una svolta significativa nell'udienza odierna ”perché“ il Tribunale ha disposto che i testimoni chiave Piero Passeri e Gino Murgi dovranno essere riascoltati con le garanzie di legge, essendo emersa la possibilità che possano assumere la qualifica di indagati. La decisione è giunta dopo la recente modifica del capo d'imputazione che ha sollevato importanti questioni sulla temporalità delle condotte contestate». 

Ora, il Tribunale di Crotone non ha affatto disposto che l’ex sindaco di Melissa Gino Murgi sia sentito con “le garanzie di legge” e basta leggere il verbale dell’udienza per esserne certi

Il contenuto testuale del verbale è il seguente: «Viene introdotto il testimone richiesto dal Pm: signor Piero Passeri, nato ad Assisi il 25 giugno 1956, il quale, avvertito dal Presidente dell'obbligo di dire la verità e delle responsabilità previste dalla Legge per i testimoni falsi o reticenti, e, invitato a rendere la seguente dichiarazione, dichiara: “Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza". Si procede quindi all'esame e al controesame (come da fonoregistrazione) La testimonianza viene interrotta in quanto il teste, a seguito della modifica del capo d'imputazione avvenuta nel corso delle udienze, potrebbe risultare potenzialmente indagato; pertanto il Tribunale ritenuto che il teste Passeri deve essere sentito con l'assistenza del difensore, rinvia l'esame dello stesso ad altra udienza, avvisandolo che dovrà comparire per rendere testimonianza con l'assistenza del difensore ed eventualmente con la facoltà di non rispondere. Si rinvia all'udienza dell'11 settembre 2025, ore 9:30. Il teste Murgi Gino sarà citato dal difensore. Chiuso alle ore 10.10».

La chiarezza del verbale non esige commenti. Solo Passeri, interrotto e invitato a tornare in aula, dovrà essere ascoltato con l’assistenza del difensore. Murgi sarà invece citato dal difensore come “teste” e non come “imputato in procedimento connesso o collegato”.

Invece, purtroppo, negli articoli che riportano le considerazioni dell’avvocato Peluso si legge: «Il colpo di scena è arrivato quando - riferisce il legale -, nel corso dell'udienza odierna, i testimoni non hanno potuto essere ascoltati come previsto. Il Tribunale ha infatti rilevato che, alla luce della modifica del capo d'imputazione, gli stessi potrebbero assumere la qualifica di indagati in relazione ai fatti contestati. In questi casi è necessario procedere all'audizione con tutte le garanzie difensive previste dall'articolo 210 del Codice di procedura penale, inclusa l'assistenza obbligatoria di un difensore. La prossima udienza è stata fissata per il 11 settembre 2025, quando i testimoni dovranno comparire accompagnati dai rispettivi difensori».

Ma perché il Tribunale ha assunto questa decisione che concerne il solo Passeri? 
Perché il sindaco di Melissa Raffaele Falbo è imputato del reato di “induzione indebita a dare o promettere utilità” aggravata dalla finalità di agevolare una consorteria mafiosa che il primo cittadino avrebbe commesso sollecitando Passeri ad assumere una certa persona nella sua azienda; e perché l’imprenditore avrebbe accolto tale richiesta di “utilità” esponendosi al rischio di commettere anch’egli il reato che, a differenza della concussione, punisce il privato che non si sottrae all’esortazione del pubblico ufficiale. 

È vero che il capo d’imputazione fa riferimento a presunte proroghe illegittime per sei mesi della commessa affidata alla società di Passeri intervenute nel 2016 e attribuibili all’ex sindaco di Melissa Gino Murgi; ma ciò non costituisce reato a maggior ragione dopo l’abrogazione dell’abuso d’ufficio. E comunque il verbale dell’udienza dimostra che il Tribunale non ha assunto alcuna decisione che concerna Murgi. Dunque, ciò che ha detto l’avvocato – e cioè che «la prossima udienza è stata fissata per il 11 settembre 2025, quando i testimoni dovranno comparire accompagnati dai rispettivi difensori» – è inesatto perché il provvedimento giudiziario riguarda solo un testimone. Che non è Murgi.
Naturalmente, Gino Murgi sta valutando ulteriori azioni a propria tutela.

Avv.ti Mario Bombardiere e Francesco Verri