L'arte bianca
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CROTONE Il ministero della Cultura (Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio), ha comunicato l'avvio del procedimento amministrativo per dichiarare il vincolo d'interesse storico diretto sul rudere della masseria “Scifo-Zurlo” e quello indiretto sulle aree circostanti ad essa annesse preservare il suo contesto e ambiente nella zona di Capo Colonna a Crotone. 

Si tratta del rudere che si trova a pochi metri da Torre Scifo di proprietà della famiglia Lucifero e che, soprattutto, sormonta gli “scheletri” del mai nato “Marine park village” sul quale continua a insistere l'ordinanza di demolizione del Comune di Crotone numero 88 del 20 agosto 2020, finalizzata al ripristino dello stato dei luoghi ante-operam previa autorizzazione della Soprintendenza. 

La relazione scientifica sul rudere “Masseria Scifo-Zurlo”

Da quanto scritto nell'allegata relazione scientifica al procedimento, la masseria Scifo-Zurlo prende il nome sia dalla località (Scifo) che dalla famiglia Zurlo, che la fece erigere, dopo aver acquistato il fondo denominato Scifo nuovo, dai Caracciolo nel 1763. La documentazione d’archivio consente di datarne l’ultimazione, completa della cappella nel 1779. 

Si tratta, è scritto nel documento d'avvio del procedimento di un «articolato complesso rurale del XVIII secolo di pregevole fattezza. Questa preziosa architettura ha una virtuosa relazione di reciprocità che da un lato qualifica e connota il contesto naturale circostante, la cui bellezza e valenza paesaggistica risulta storicamente conclamata, dall’altro ne risulta significativamente valorizzata in ragione della magnifica dimensione paesaggistica che ne esalta la composizione architettonica, rivelandosi quale quinta scenografica straordinaria». 

Al netto di ciò, la Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro e Crotone, la cui direzione è affidata in proroga all'architetto Stefania Argenti, avendone «rilevato il valore storico e architettonico», in ragione del suo essere «un assetto fondiario e amministrativo, oltre che presidio di valore per le sue connessioni con l'architettura militare e con l'architettura rurale della zona nonché per le relazioni con le rilevanti evidenze archeologiche limitrofe e con quelle attestate nello specchio acqueo prospiciente la zona costiera», ha quindi ritenuto di precede alla dichiarazione d'interesse storico per il «complesso architettonico, con annessi biviere, terrazzamenti e silica», in quanto «meritevole di tutela sotto il profilo storico, architettonico, archeologico ed etnoantropologico». 

I vincoli e i limiti imposti sull'area annessa alla masseria

Per quanto attiene all’area oggetto di tutela indiretta, la comunicazione dell'avvio dell'iter comporta, in via cautelare e fino alla scadenza del procedimento, la temporanea immodificabilità dell’area. 
In ragione di ciò devono essere rispettate una serie di prescrizioni con i divieti di: «eseguire qualsiasi intervento, sia esso a carattere definitivo o temporaneo, capace di alterare o distruggere l’aspetto esteriore o lo stato dei luoghi attuali, ovvero di realizzare modifiche che possano in qualche modo recare pregiudizio al contesto ambientale nel quale l’immobile è inserito, eccezione fatta per le previste demolizioni delle superfetazioni realizzate in cemento armato di cui all’Ordinanza di demolizione del Comune di Crotone n. 88 del 20/08/20, finalizzata al ripristino dello stato dei luoghi ante-operam previa autorizzazione di questa Soprintendenza»; «la realizzazione di costruzioni di qualsiasi genere, anche se a carattere provvisorio, suscettibili di determinare interferenze visuali con il bene oggetto di tutela diretta o di alterare le condizioni ambientali e del decoro»; «accatastare rifiuti»; «realizzare aree di parcheggio e aprire strade, ad eccezione di viottoli in battuto o ghiaino»; mentre vengono sottoposti a «preventiva autorizzazione da parte della Soprintendenza competente l’installazione di cartelli informativi, pannelli didattici o altri mezzi di pubblicità», «la realizzazione di recinzione e di eventuali percorsi interni all’area di rispetto»; «qualunque nuova opera, intervento, modifica»; sottolineando che «si dovranno comunicare, in ogni caso, i progetti dei lavori a farsi per le preventive verifiche e valutazioni della Soprintendenza competente».

 

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