L'arte bianca
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CROTONE Si arricchisce di un nuovo capitolo la vicenda della costruzione degli appartamenti di edilizia sociale in via Israele. Spunta la richiesta di chiarimento avanzata da 11 tg soci sullo stato di liquidazione del Consorzio lavoratori Montedison città di Crotone.

Il Comune di Crotone è proprietario del terreno di via Israele, ma il Consorzio detiene il diritto di superficie di 99 anni. Alla luce di ciò il Comune per costruire dovrebbe prima ottenere il via libera dal Consorzio lavoratori Montedison. Senza questo permesso le ruspe non potrebbero essere messe in moto.

Il diritto di superficie era stato acquisito nel 1995 quando nella zona sono state realizzate le lottizzazioni delle cooperative. Quel diritto di superficie era addirittura rinnovabile per ulteriori 60 anni (159 anni complessivi). Il Comune, quindi, potrebbe costruire essendo proprietario del terreno, ma a condizione di acquisire il diritto esclusivo (proprietà più diritto di superficie).

Secondo quanto riferisce il Comitato di quartiere Tufolo-Farina che si sta opponendo alla costruzione degli alloggi in via Israele il Consorzio lavoratori Montedison starebbe cedendo il diritto di superficie al Comune. Un’operazione che non avrebbe, però, coinvolto i soci dello stesso Consorzio. Il passaggio di proprietà sarebbe stato programmato (effettuato?) presso un notaio di Crotone.

Il Comune dal canto suo avrebbe già avviato le procedure per destinare i fondi per la costruzione degli alloggi (oltre cinque milioni di euro di Agenda urbana). I sette soci firmatari della lettera indirizzata al presidente/liquidatore del Consorzio lavoratori Montedison, al Comune e al notaio chiedono chiarimenti su tutta la questione a partire dal fatto che “il Consorzio sarebbe stato posto in liquidazione”.

Da quello che scrivono i soci si capisce che gli stessi non potrebbero non essere stati informati della messa in liquidazione del sodalizio, “non avendo ricevuto nessuna comunicazione avente ad oggetto la questione” e non sarebbero stati nemmeno convocati in assemblea.

“Secondo informazioni acquisite informalmente – si legge nella nota dei sette – risulterebbero pendenti presso il Tribunale di Crotone azioni esecutive promosse nei confronti del Consorzio, circostanza che, ove fermata, aggraverebbe ulteriormente la situazione dell’ente”.

Per quanto riguarda, invece, la cessione a titolo gratuito del diritto di superficie al Comune, i soci scrivono: “Un simile atto, qualora posto in essere in costanza di debiti o di procedure esecutive, potrebbe arrecare pregiudizio ai creditori del Consorzio, pertanto, risultare suscettibile di revocatoria ai sensi dell’articolo 2901 del c.c.”.

Concludendo, i soci sottolineano che “qualora venisse accertato che atti di disposizione patrimoniale siano stati compiuti in danno dei soci o dei creditori, potrebbero configurarsi ipotesi di responsabilità civile e penale a carico di coloro che li hanno deliberati o posto in essere”.

Se dovesse trovare conferma le ipotesi sollevate dai soci del Consorzio lavoratori Montedison saremmo di fronte ad una situazione grottesca e cioè un Comune capoluogo di provincia, qual è Crotone, che potrebbe avere commesso una leggerezza che rischierebbe di mettere a rischio un finanziamento di oltre cinque milioni di euro.

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