L'arte bianca
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CROTONE È stata fissata per il 12 aprile alle ore 9.30, in piazza della Resistenza a Crotone, la grande mobilitazione “Uniti per Crotone” che ha lo scopo di fermare l’Ordinanza «ingiusta» del commissario straordinario per la bonifica del Sin, Emilio Errigo, ma porta in sé altre richieste importanti come le dimissioni dello stesso generale e, soprattutto, chiede alla Regione di dare lo stop ai rifiuti provenienti da fuori la Calabria. La decisione è stata presa nel corso della riunione che si è tenuta domenica scorsa presso la sede Arci di Crotone e cui hanno aderito comitati, movimenti civici e cittadini.

L'ultima rivendicazione, ossia la legge regionale che blocchi i rifiuti in entrata in Calabria, se sposata dal consiglio regionale, potrebbe spezzare l'alibi dietro cui il commissario ha costruito l'intero provvedimento: ovvero il fatto acclarato che nella discarica per rifiuti speciali pericolosi di prorietà di Sovreco (gruppo Vrenna) in località “Columbra” a Crotone, attualmente, già confluiscono veleni provenienti dai confini nazionali e internazionali. 

«L'Ordinanza n. 1/2025 - si legge nella piattaforma rivendicativa -, emanata dal Commissario straordinario per la bonifica del Sin Crotone-Cassano-Cerchiara, Emilio Errigo, rappresenta una grave violazione dei principi democratici e del diritto dei cittadini a partecipare alle decisioni che riguardano il loro territorio. Impone il conferimento dei rifiuti alla discarica “Sovreco” di Crotone, ignorando il parere contrario espresso dalla quasi totalità delle istituzioni locali, delle forze sociali e dei comitati cittadini».

«Questa decisione unilaterale - sottolinea la piattaforma - vìola il principio di partecipazione garantito dalla Costituzione italiana e dagli strumenti di democrazia ambientale previsti dalla Convenzione di Aarhus, che stabilisce il diritto dei cittadini di essere informati e coinvolti nei processi decisionali sulle questioni ambientali, e compromette il diritto dei cittadini a vivere in un ambiente sano, garantito dall’articolo 9 della Costituzione».

«A dimostrazione della crescente mobilitazione della comunità - si rende noto nel comunicato -, è nato il movimento civico “Ambiente e salute", che insieme ad altri movimenti civici ha espresso il proprio rifiuto categorico a una gestione imposta dall'alto, senza dialogo e confronto. Il sindaco di Crotone e il presidente della Provincia, hanno condannato pubblicamente l’ordinanza, denunciandone il carattere arbitrario e il contrasto con i tavoli tecnici avviati per individuare soluzioni condivise».

La decisione del commissario inoltre - incalza il neocomitato -, ignora i ricorsi pendenti al Tar della Calabria, promossi dagli enti locali, che attendono una revisione giuridica della questione. Crotone non può essere sacrificata per logiche economiche e decisioni autoritarie. La voce del territorio deve essere ascoltata e rispettata

Le rivendicazioni della mobilitazione di sabato 12 aprile a Crotone:

  • La revoca immediata dell’Ordinanza n. 1/2025, per restituire al territorio la possibilità di autodeterminarsi e garantire un futuro libero dall’inquinamento.
  • Le dimissioni del Commissario straordinario, per la sua completa perdita di fiducia e credibilità istituzionale.
  • L’avvio di un piano di bonifica partecipato e trasparente, con il coinvolgimento delle università e degli enti scientifici per garantire interventi realmente efficaci e sicuri.
  • L’applicazione rigorosa del principio “chi inquina paga”, imponendo a Eni Spa la piena assunzione di responsabilità economica e operativa per i danni ambientali causati e la messa in sicurezza provvisoria dell’area delle ex fabbriche, che ancora a distanza di più di 20 anni attende di essere realizzata.
  • Il rigetto di soluzioni provvisorie e insufficienti, che comprometterebbero la salute dei cittadini e l'efficacia della bonifica a lungo termine.
  • L’approvazione di una legge regionale che vieti il trasporto, lo stoccaggio, il conferimento, il trattamento e lo smaltimento di rifiuti extraregionali nel territorio».