L'arte bianca
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CROTONE L’aggressione del sindaco Vincenzo Voce al consigliere comunale Ernesto Ioppoli arriva tra i banchi di Montecitorio. A sollevare la questione è stata oggi la parlamentare calabrese Vittoria Baldino che suo intervento in aula, rivolgendosi al ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, ha chiesto di fornire una informativa urgente su quello che è accaduto a Crotone. 

«Il sindaco Voce – ha riferito Baldino –, avrebbe anzi diciamo, usiamo il presente, il verbo indicativo, ha letteralmente picchiato, preso a calci e pugni un consigliere di maggioranza, peraltro in una sede istituzionale, durante una riunione istituzionale convocata dal presidente della Provincia, eletto anche adesso in consiglio regionale». 

È stata chiesto al ministro di fornire «un'informativa urgente perché dica quali accertamenti sono stati avviati, se il prefetto è intervenuto e in che modo, se esistono le condizioni per garantire l'agibilità democratica dell'Ente».

Se Voce e tutti quelli che, nei giorni scorsi, lo hanno implorato a ritirare le dimissioni pensavano di potere archiviare senza alcuna conseguenza la vicenda dei pugni e del calcio dati a Ioppoli, probabilmente dovranno rivedere il progetto di riprendere il cammino amministrativo archiviando quanto accaduto.

Anche Voce probabilmente pensava di avere superato l’ostacolo perché proprio oggi, con un post sui social, aveva avviato la sua campagna elettorale per essere rieletto. Le cose che dice la parlamentare pentastellata pesano come un macigno, soprattutto quando ricorda al sindaco di Crotone di avere scritto che «le parole non bastano e che quello che è accaduto non può passare in cavalleria» e che, quindi, era necessario dare l’esempio dimettendosi. 

A distanza di qualche giorno, quando la situazione si era quasi assopita, è arrivata la richiesta di Baldino al ministro dell’Interno, che fa ritornare le bocce al punto di partenza. Quello che è successo a Crotone non sarà archiviato e non passerà alla storia come una querelle politica di poca importanza. Baldino informa l’aula che «il consigliere Ioppoli ha prontamente denunciato sia alla stampa sia alle autorità competenti l’accaduto». Si tratta di «un atto di violenza, di un clima di assoluta minaccia culminato in un'aggressione fisica e verbale».

Senza l’intervento dei presenti che hanno trattenuto il sindaco, la situazione sarebbe potuta precipitare. Il clamore suscitato dalla notizia dell’aggressione ha spinto il sindaco a dimettersi, ma nei termini previsti le dimissioni sono state ritirate. Questo significa, secondo Baldino, che «il sindaco ha deciso che le parole probabilmente bastano, che non serve dare il buon esempio e che quello che è accaduto potesse passare in cavalleria, quindi ha ritirato le dimissioni, si è ripresentato in Comune come se niente fosse».

Nel suo intervento la parlamentare pentastellata chiama in causa anche il prefetto di Crotone Franca Ferraro. Vuole sapere perché «le richieste dei consiglieri d'opposizione presso la signora prefetta di Crotone non hanno ricevuto alcuna risposta». «Questo noi lo troviamo gravissimo», ha sottolineato Baldino. 

Sulla vicenda dell’aggressione il prefetto ha avuto un incontro con sei consiglieri di opposizione. La richiesta dell’incontro era stata ufficialmente avanzata da dodici consiglieri.

Sui contenuti dei temi trattati nell’incontro non è stata diffusa nessuna notizia. Fuori dai microfoni qualche consigliere si è detto deluso facendo intendere che il prefetto avesse chiesto loro più senso di responsabilità per evitare che la città potesse perdere finanziamenti. Non siamo nelle condizioni di dire se queste cose riferite abbiano qualche fondamento. L’unica cosa certa è che nemmeno la Prefettura ha inteso informare i cittadini sui contenuti dell’incontro o se avesse messo in campo iniziative. 

Baldino ha chiesto al ministro degli Interni «di venire a riferire in aula» e dire se «esiste ancora una agibilità democratica all'interno del Comune di Crotone. Perché, un Comune dove il confronto politico degenera in violenza, non crediamo possa essere più un luogo sicuro, un luogo libero, un luogo aperto al confronto né per gli eletti e né per gli stessi cittadini».

«Io mi chiedo – ha aggiunto Baldino – quale esempio diamo ai giovani, alle famiglie, alle scuole». Il messaggio e l’esempio che arriva da Crotone è che «il confronto in realtà è una finzione; che “se non la pensi come me, ti faccio stare zitto con la forza”; che le istituzioni sono il luogo della prepotenza e non il luogo del confronto civile».

Baldino ha, poi, inviato i suoi colleghi parlamentari a considerare che «questa non è una vicenda locale perché è una ferita aperta all'istituzione comunale, al Comune che dovrebbe essere la casa dei cittadini, il primo luogo di frontiera dove si incontrano le istituzioni e i cittadini, il luogo più vicino alle persone dove la politica dovrebbe mostrare il suo volto migliore, non il suo volto peggiore». 

Quello che è successo a Crotone dice che c’è «un sindaco che perde completamente il controllo, che confonde il ruolo istituzionale con uno scontro da bar e pretende di governare senza contraddittorio e quando c'è il contraddittorio si degenera in violenza».

Concludendo, Blandino ha evidenziato che «questi sono i fatti» e «io penso che il governo e il Parlamento non possano restare in silenzio, non possano restare a guardare perché in discussione la tenuta democratica». L’aggressione, quindi, non sarà archiviata ed entra nella storia di Crotone come una delle pagine più brutte che sono state vissute a livello istituzionale.

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