L'arte bianca
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CROTONE «Il presidente del Tar della Calabria - informa una nota del Comune di Crotone - ha rigettato l'istanza di misure cautelari monocratiche richieste dal Comitato "Tufolo – Farina" e dagli altri ricorrenti che chiedono l'annullamento della procedura per la realizzazione di 24 alloggi di edilizia sociale in via Israele».

«Nella giornata di ieri - spiega la nota - il Comitato, attraverso motivi aggiunti all'originario ricorso, aveva esteso l'impugnativa oltre che all'originario documento di indirizzo alla progettazione, a tutti gli ulteriori provvedimenti impugnati, compresi quelli di indizione della gara per l'individuazione del contraente i cui termini di presentazione delle domande scadranno nella giornata di oggi. Oltre alla richiesta di annullamento, i ricorrenti hanno richiesto l'adozione di misure cautelari idonee a sospendere gli effetti dei provvedimenti impugnati, invocando anche la tutela d'urgenza al presidente del Tar». 

«Un eventuale provvedimento favorevole in questa fase - spiega la nota - avrebbe impedito la prosecuzione della procedura con sicura perdita del finanziamento assentito. Il presidente del Tar, salvaguardando l'esigenza di preservare in tale fase la prosecuzione della procedura stanti i prevalenti interessi pubblici in ballo, ha ineccepibilmente ritenuto insussistenti ragioni di gravità ed urgenza tali da non poter attendere uno scrutinio della domanda cautelare in sede collegiale e, per l'effetto, ha rinviato la causa all'udienza collegiale del prossimo 21 gennaio che avverrà nel contraddittorio delle parti».

Il Comitato: «Continuiamo ad avere piena fiducia nella giustizia amministrativa»

Sulla pronuncia è intervenuto il comitato di quartiere Tufolo Farina (Cqtf). «La vicenda - replica il comitato - è molto più complessa di quanto si voglia far credere e presenta diverse criticità che dovranno essere attentamente valutate dalle autorità competenti. Il provvedimento adottato in data odierna non è stato un nuovo ricorso, ma solo un passaggio tecnico per rafforzare quello già presentato lo scorso ottobre».

«Il Giudice monocratico - commenta il comitato - ha scelto responsabilmente di non bloccare tutto con decisione unilaterale, vista l’importanza dell’interesse pubblico coinvolto, per questo la decisione è stata solo rimandata al collegio dei giudici, che discuterà il caso il 21 gennaio prossimo. Questa scelta del giudice monocratico, non dà ragione al Comune: non c’è stata alcuna vittoria, ma solo un rinvio, poiché al momento non è stato ritenuto ci fosse un pericolo immediato per i cittadini».

«Il problema di fondo resta tutto aperto - incalza il comitato -, ed i motivi di ricorso rimangono inalterati, anzi ulteriormente rafforzati. Ora il punto centrale è capire se e come siano state superate criticità molto gravi, tra cui una gara pubblica basata su un progetto di fattibilità tecnico-economica che la società incaricata per la verifica e validazione aveva giudicato non conforme nel rapporto conclusivo del 2 dicembre. Badate bene, sei non conformità ed una osservazione».

«Secondo le procedure previste dal nuovo codice sugli appalti - sostiene il comitato -, prima di mandare a gara il progetto, questo la stazione appaltante del comune lo sa benissimo, le non conformità andavano chiuse, e le stesse non potevano essere superate internamente, ma bisognava fare un ulteriore passaggio con la stessa società di verifica già incaricata che avrebbe dovuto emettere un nuovo rapporto conclusivo con esito finale: “conforme”».

«Tutto questo non è avvenuto - riferisce il comitato -, lasciando al Rup la possibilità di validare il progetto, con apposito verbale, e dopo una relazione aggiuntiva del tecnico progettista che , a suo avviso, superava le non conformità e l’osservazione sollevata dalla società esterna incaricata. Il ricorso si basa su documenti e atti ufficiali, non su opinioni, per questo motivo continuiamo ad avere piena fiducia nella giustizia amministrativa, nei nostri preziosi legali, e nel fatto che il tempo ci darà ragione», conclude il comitato.

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