L'arte bianca
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CROTONE «A Crotone la politica ha smarrito la misura. L'istituzione che dovrebbe rappresentare la comunità è venuta meno al proprio ruolo, trasformando la dialettica in scontro. La rinuncia al confronto delle idee e il ricorso alla forza fisica sono un segnale gravissimo. Purtroppo, il prezzo più alto lo paga la comunità, privata della fiducia, del rispetto e della credibilità delle proprie istituzioni». È quanto sostengono, in una nota, i coordinamenti provinciale e cittadino di Crotone di Fratelli d'Italia in merito alle dimissioni del sindaco Vincenzo Voce, ritirate oggi.

«Il sindaco - prosegue la nota - si era scusato. Diceva di essere pentito. Aveva parlato di dignità e di gesto, presentando le dimissioni come una prova d'onore. Oggi, quelle dimissioni sono state ritirate. Il pentimento ha lasciato spazio al calcolo. Il gesto si è rovesciato, diventando un bluff. Evidentemente, il sindaco pensa che la vergogna non debba durare più di una settimana. Crotone non può tacere, né può accettare che tutto si riduca a un ”ha sbagliato, ha tirato due pugni, ma che sarà mai". Non è una frase banale, perché se così fosse sarebbe la resa di un'intera comunità: ricattata, messa spalle al muro, immobile, quasi rassegnata. Un pugno, un calcio, una scusa. Tutto torna a posto. Tutto si tiene. Crotone, in fondo, è la terra di Pitagora: e un teorema non si nega a nessuno. Ma questa volta qualcosa si è rotto, in profondità. Perché ritirare le dimissioni significa calpestare non solo la dignità dell'incarico, ma anche l'intelligenza dei cittadini».

«Il messaggio che passa - conclude Fdi - è che, da oggi, a governare la città non è più la politica, ma la prepotenza: simbolo amaro di un territorio che sembra aver smarrito il senso stesso delle istituzioni. Ma non tutto può essere accettato. Perché la politica, quella vera, non è un ring, né un palco per la violenza. È il luogo della misura, del rispetto, della parola che prevale sullo scontro fisico. Crotone non merita un pugno. Lo diciamo ribadendo anche di essere sconcertati dal teatrino messo in piedi. La nostra città merita una classe dirigente capace di rappresentarla con decoro, di restituirle fiducia e di ricordare che la democrazia non si difende con i muscoli, ma con la dignità». 

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