L'arte bianca
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CROTONE «Girando per la mia città, ho notato dei manifesti con la convocazione dei comizi elettorali. Ho riflettuto per un po', chiedendomi quale convocazione elettorale ci fosse, e cercando sul web ho letto di questi cinque Referendum abrogativi del 8 e 9 giugno 2025». È quanto scrive uno studente dell'ultimo anno del Liceo scientifico “Filolao" di Crotone, Eligio Lorenti, alla redazione. 

«Di solito - giustifica lo studente -, quando c’è un Referendum o una qualunque tornata elettorale, le reti televisive, i social network e le radio sono invase di leader politici che ci spiegano per quale ragione votare per un quesito o un altro. Invece questa volta mi sembra una campagna elettorale solo per “pochi”, infatti solo “pochi” movimenti la stanno apertamente pubblicizzando da come si evince sui mass media».

«Frequentando l’ultimo anno delle scuole superiori - spiega Lorenti -, di solito con qualche professore, specie di materie umanistiche , si discute di politica, ovviamente non entrando nello specifico di ideologie di partiti ma commentando le notizie sugli avvenimenti politici del giorno».

Dal 31 marzo dell’anno corrente , da quando il presidente della Repubblica ha convocato tramite Gazzetta ufficiale i comizi elettorali per questo Referendum, non ho mai sentito un professore o qualche mio collega aprire un dibattito sul tema 

«Eppure si parla spesso di più consapevolezza politica dei giovani - commenta lo studente -, sopratutto per chi come me voterà per la prima volta a giugno. Essendo un appassionato del tema della politica da quando avevo 14 anni, cerco spesso di parlare di tematiche lette nei giornali o nei periodici di attualità con i miei coetanei, ma spesso la maggior parte di loro diserta l’argomento politico, ritenendolo inutile».

«Se una parte di noi giovani ritiene l’argomento politico “inutile” - rivela lo studente -, come si può pretendere una consapevolezza politica, specie andando a votare in un Referendum dove si abrogano importanti norme riguardanti il lavoro e la cittadinanza italiana per stranieri?». 

A mio giudizio - commenta Lorenti -, nel nostro Paese non c’è una vera e propria formazione sulle tematiche riguardanti la politica, sia tra i giovani e sia tra gli adulti 

«Nel corso dei secoli - ricorda lo studente - il diritto al voto non era per tutti, infatti si ebbe una grande svolta con il Referendum del 2 giugno del 1946, dove potevano votare tutti i cittadini dai 21 anni in su e per la prima volta anche le donne. In quella consultazione referendaria si decise la forma di governo del nostro Paese, ma oltre alla vittoria per la Repubblica, un’altra grande vittoria fu quella del vero suffragio “universale”, finalmente aperto a tutti».

«Oggi invece nelle varie consultazioni elettorali - stigmatizza Lorenti - il numero di votanti scende sempre di più. Secondo le statistiche, nella consultazione nazionale del 2022, i votanti sono stati il 63,9% degli aventi diritto, il 9% in meno di quelli del 2018. Invece nella consultazione europea dello scorso anno, hanno votato il 48% degli aventi diritto, il 6% in meno del 2019».

Cala la percentuale di votanti anche nei Referendum, dove spesso non si raggiunge il quorum (nelle consultazioni dove è previsto). Infatti spesso i Referendum sono svolti insieme ad altre elezioni come quelle locali o regionali 

«Il dovere della classe politica - conclude Lorenti - non deve essere solo quello di rispettare il mandato che hanno ricevuto dai cittadini tramite il voto, ma sopratutto quello di renderli consapevoli sulla vera importanza del voto, vero strumento di democrazia, sopratutto a noi che siamo neo-votanti, perché grazie al voto potremmo esprimere al meglio la nostra opinione ideologica e scegliere noi per il nostro futuro».


 


 


 

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