L'arte bianca
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CROTONE Mario Oliverio smonta l’impalcatura costruita da Eni Rewind, ministero dell’Ambiente e commissario per la bonifica del Sito di interesse nazionale di Crotone, Emilio Errigo. Nel suo intervento alla Commissione bicamerale sul traffico illecito dei rifiuti, l’ex presidente della giunta regionale calabrese fa emergere tutte le contraddizioni che sono state costruite per non realizzare un intervento di bonifica adeguato alla situazione.

Prima di tutto Oliverio ha ricordato lo studio epidemiologico “Sentieri” che sancisce in maniera chiara qual è la mortalità per cancro a Crotone. In quello studio si evidenzia che a Crotone l’incidenza è del più 10% per le donne e più 8% per gli uomini. A Crotone ci si ammala di più di cancro e soprattutto si muore di più rispetto al resto dell’Italia. Non c’è dubbio che a pesare vi sia la tragica situazione ambientale

Una situazione che, come ha sottolineato Oliverio, è aggravata dai ritardi registrati per l’intervento di bonifica, che è stato messo in discussione nonostante la Conferenza dei servizi decisoria del 24 ottobre del 2019 avesse stabilito il percorso, poi sancito dal decreto attuativo del marzo 2020. Eni Syndial, prima, ed Eni Rewind, oggi, hanno tentato di stravolgere quell’accordo che aveva stabilito nel dettaglio il percorso da seguire per smaltire i veleni di Crotone fuori dalla Calabria.

Su proposta della stessa Eni erano stati stabiliti le percentuali e i luoghi precisi dove trasportare le scorie. Poi l’Eni ci ha ripensato e ha tentato di cambiare le carte in tavola. Il proposito dell’Eni è, però, andato a sbattere contro il Paur (Provvedimento autorizzatorio unico regionale), che proprio Oliverio aveva fatto approvare il 2 agosto del 2019. Secondo Oliverio il Paur è stato ed è lo strumento che vincola Eni Rewind a trasferire i rifiuti pericolosi e radioattivi al di fuori della Calabria.

Proprio per questo, più, volte si è tentato di fare annullare il Paur senza però riuscirvi. I rifiuti, grazie al Paur, dovevano essere trasportati fuori dalla Calabria e l’Eni ha giocato al rinvio. La situazione poteva avere un risvolto diverso se gli enti locali e lo stesso ministero avessero incalzato il colosso industriale al rispetto delle decisioni assunte. La critica più severa Oliverio l’ha rivolta ad Errigo accusandolo si avere effettuato scelte “discutibili”.

Prima di tutto ha definito “scelta illegittima” l'ordinanza con la quale Errigo consentiva Eni Rewind di conferire i rifiuti speciali pericolosi a Columbra. Illegittima anche perché l’impianto di Columbra non possiede le autorizzazioni per il codice Cer dei rifiuti pericolosi presenti a Crotone. Per questi tipi di rifiuti non ci sono discariche nemmeno nel resto della Calabria. Errigo avrebbe quindi emesso un atto fuori dalle sue competenze ed in violazione delle normative che regolano lo smaltimento dei rifiuti e non consentono il conferimento di rifiuti radioattivi.

Se si intende smaltire rifiuti con codici non autorizzati potrebbe configurarsi un illecito penale per cui Oliverio ha invitato Errigo a rivolgersi alla Procura. Vada alla Procura. «Sarebbe un reato grave – ha aggiunto - un danno irreparabile per la salute delle persone ed il contesto ambientale. Chi ha elementi ha il dovere di denunciare recandosi alla Procura della Repubblica». Con l’invito a recarsi alla Procura e denunciare, Oliverio ha inteso rispondere a quanti dicono che nella discarica di Columbra vengono smaltiti rifiuti pericolosi provenienti da ogni angolo d’Italia.

Quelli che arrivano a Columbra non hanno lo stesso codice dei veleni presenti nell’area industriale di Crotone. L’accusa più pesante rivolta da Oliverio ad Errigo ha riguardato alcune spese che ha deciso di realizzare impegnando i fondi assegnati nel 2012 dal Tribunale di Milano alla città

Gli ha contestato di avere impegnato due milioni di euro per aprire una sede commissariale a Roma. Quelle somme (due milioni di euro) potevano essere utilizzate per potenziare le attività di Arpacal, l’ente proposto per il controllo e il monitoraggio del sito di Crotone sulle attività di bonifica. Critiche severe sono state rivolte anche al decreto 1° agosto emanato da Luca Proietti, direttore generale economia circolare e bonifiche del ministero dell’Ambiente.

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