Alloggi via Israele, spunta l'ipotesi di utilizzare un progetto già esistente
È corsa contro il tempo dell'Amministrazione comunale per non perdere il finaziamento di oltre 5 milioni su Agenda urbana. Giungono "spifferi" dal palazzo

CROTONE Sembrerebbe che l’Amministrazione comunale di Crotone avrebbe trovato una soluzione per non perdere i finanziamenti regionali (oltre 5 milioni di euro) e realizzare le case di edilizia sociale in via Israele. Si tratta di uno spiffero di palazzo. Non è una notizia certa, ma arriva da esponenti della maggioranza che sostiene il sindaco Vincenzo Voce.
Le indiscrezioni raccontano che nel lontano 2019 il Consorzio lavoratori Montedison, che detiene il diritto di superficie dell’area di proprietà del Comune dove si intendono realizzare le palazzine della discordia, presentò un progetto per edificare e costruire 48 nuovi alloggi proprio nella stessa area.

Quel progetto non ha mai ottenuto il permesso a edificare perché il sindaco in carica, Ugo Pugliese, si dimise ponendo fine alla consiliatura iniziata tre anni prima con la vittoria elettorale. Assessore all’Urbanista era Rori De Luca.
Ci sono stati incontri per la realizzazione del progetto, interrotti dalle dimissioni di Pugliese. Quel progetto che sembrava avere intrapreso la strada giusta per essere approvato è, quindi, saltato e con esso anche il Consorzio dei lavoratori Montedison. Sarebbe stata questa la ragione che ha spinto i soci ad avviare la procedura di messa in liquidazione alla luce anche del fatto che non ci sono tracce sul rilascio della concessione edilizia.

Il progetto presentato non è stato evaso tanto che dal 2019 al 2024 non ci sono tracce che interessano il progetto della realizzazione dei 48 alloggi proposto dal Consorzio lavoratori Montedison. L’idea di costruire l’area di via Israele ricompare nel 2025 quando l’attuale Amministrazione comunale ha deciso di rimodulare i fondi di Agenda urbana.
Su questa proposta si è scatenata una guerra senza esclusione di colpi tra il Comune e il Comitato di quartiere Tufolo-Farina, che sta mettendo in campo ogni azione legale possibile per impedire la realizzazione degli alloggi proposti dal Comune in via Israele. Il Comitato sta studiando approfonditamente ogni aspetto della questione.

Lo studio ha così portato in evidenza la questione dei tempi di realizzazione del progetto. È stato proprio il Comitato di quartiere a sollevare il problema della tempistica. In sostanza la normativa prevederebbe che, entro il prossimo 31 dicembre, dovrebbero essere ultimate tutte le procedure (firma degli atti giuridici vincolanti) per realizzare il progetto, compresa l’assegnazione dell’incarico a una ditta scelta tra quelle che partecipano al bando.
Il 31 dicembre tutte le procedure devono essere portate a termine per consentire alla ditta aggiudicataria di accendere le ruspe subito dopo. La procedura è complessa e richiede mesi e il tempo che manca al 31 dicembre è di appena un mese e mezzo. In questo mese e mezzo cadano anche la festa dell’Immacolata e le festività natalizie.
Non ci sarebbero quindi i tempi tecnici per conferire l’incarico al progettista, per effettuate la gara di appalto e quant’altro. A questo punto o si trova una scorciatoia o i fondi tornano alla Regione. La scorciatoia, a quanto si sussurra, potrebbe essere stata individuata nel ripescaggio di quel progetto già pronto all’uso presentato nel 2019 e rimasto in qualche cassetto a prendere polvere.

L’idea sarebbe quella di prendere la copia di quel progetto e farlo firmare a qualche tecnico interno. Sempre gli spifferi dicono che i tecnici disponibili a firmare sarebbero stati trovati, ma non sono mancati i no all’invito. Sulla questione sarebbero state tenute due riunioni convocata alle ore 13 di ieri nella stanza del sindaco e l’altra oggi alle 18.
Se queste indiscrezioni dovessero risultare veritiere e non frutto di una mente diabolica interessata a mettere solo zizzania, ci troveremmo di fronte ad una pagina veramente brutta sul piano della trasparenza e della cattiva amministrazione.

