L'arte bianca
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CROTONE L'annunciata firma sul Contratto collettivo decentrato integrativo del personale non dirigente del Comune di Crotone per il 2025 è una «vittoria di facciata che ignora la maggioranza dei lavoratori». È quanto sostengono e sottoscrivono in una nota stampa i «non firmatari della Rappresentanza unitaria sindacale» dell'accordo segnalato lo scorso 29 settembre dal vicesindaco Sandro Cretella. Si tratta di 9 Rsu su 12 che hanno messo in discussione il contratto: Roberto Scalera, Armando Lumare, Giuseppe Muraca, Adolfo Riganello, Roberto Gullà, Alessandra Mesoraca, Francesco Scigliano, Vincenzo Nicoletta e Manlio Caiazza. Tra le organizzazioni sindacali, invece, non figura la sottoscrizione da parte della componente Cgil.

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«Serve chiarezza, coraggio e rispetto per i lavoratori», scrivono le Rsu non firmatarie. «L'entusiasmo ostentato dal vicesindaco e assessore al personale, Sandro Cretella - stigmatizzano -, per la sottoscrizione del Contratto collettivo decentrato integrativo (Ccdi) 2025 per il personale non dirigente del Comune di Crotone, nasconde una preoccupante realtà ed una profonda crepa».

«L'accordo è stato chiuso – spiegano - bypassando la volontà della maggioranza della Rappresentanza sindacale unitaria (Rsu), in un contesto caratterizzato da spettanze arretrate e da una mancata apertura a iniziative finanziarie virtuose. Mentre l'Amministrazione si congratula per la rapidità, la realtà è che l'accordo è stato firmato da soli tre rappresentanti su dodici eletti».

«Questo dato – avvertono le Rsu non firmatarie - costituisce una grave violazione di un principio democratico fondamentale: la necessità del consenso maggioritario della rappresentanza dei lavoratori. La sottoscrizione di un accordo cosi rilevante con meno di un quarto della Rsu rappresenta un atto antidemocratico».

«L'Amministrazione e, non meno, alcune segreterie territoriali – denunciano i firmatari della nota -, hanno preferito dividere la rappresentanza e forzare la sottoscrizione dell'accordo, ignorando la posizione della maggioranza e trascurando la voce di una parte significativa dei dipendenti. La contrattazione decentrata dovrebbe essere uno spazio di confronto, dialogo e condivisione di responsabilità tra Amministrazione e rappresentanza dei lavoratori. È questo il suo significato più autentico, che va ben oltre la mera formalità burocratica».

«Ciò che sorprende e preoccupa, tuttavia – contesta ancora la nota -, è constatare come in questa vicenda tale principio sia stato ridotto a un mero passaggio formale, svuotandone il valore sostanziale. La Rsu ha partecipato a tutti i tavoli convocati e ha ripetutamente avanzato richieste chiare e ragionevoli: trasparenza e chiarezza sulla sostenibilità finanziaria dell'aumento del Fondo decentrato. Queste richieste non sono mai state un atto di contrapposizione sterile, ma un esercizio di responsabilità verso tutti i lavoratori».

«L'apertura mostrata dall'Amministrazione nell'ultimo incontro – prosegue la nota - su questi temi era stata accolta con favore, perché sembrava finalmente rispondere alle istanze avanzate. Tuttavia, la successiva sottoscrizione del contratto, prima della convocazione di un tavolo tecnico, ha di fatto svilito e delegittimato quell'impegno, riportando l'intero processo a una dimensione puramente formale».

«Il vicesindaco Cretella ha giustificato il mancato accordo della maggioranza della Rsu – ricorda la nota - richiamando presunti limiti finanziari dell'ente. In realtà, il dissenso non è scaturito da richieste generiche, ma dalla legittima istanza di applicare il decreto Pa e di conoscere la reale capacità finanziaria dell'ente. Così da valutare concretamente le possibilità di miglioramento delle condizioni economiche di tutti i dipendenti mediante un aumento del fondo decentrato. finalmente possibile dopo anni di blocco».

«Il Comune di Crotone, riconosciuto come ente "virtuoso", infatti – sostengono le Rsu non firmatarie -, avrebbe la possibilità di incrementare la spesa per il personale, riducendo il divario retributivo rispetto ad altre Pubbliche amministrazioni. Su questo tema si è aperto un confronto con la Rsu: alcuni rappresentanti hanno chiesto all'Amministrazione di sfruttare tale opportunità, sottolineando l'importanza di investire maggiormente sulle risorse umane. Secondo la delegazione sindacale, l'accordo raggiunto nelle scorse settimane garantisce sì dei miglioramenti, ma non pienamente adeguati rispetto alle possibilità offerte dalla legge».

«La trattativa è stata condivisa da tutta la Rsu – rivela la nota -, ma i risultati ottenuti, seppur positivi, non consentono ancora di valorizzare in modo completo il personale comunale. A rendere il quadro ancora più critico è un fatto che l'Amministrazione non ha ritenuto opportuno comunicare: la produttività relativa al biennio 2023-2024 non è stata ancora liquidata al personale non dirigente. Una situazione grave, che, in un contesto di difficoltà economiche e di crescente inflazione, pesa ancora di più sulle condizioni di centinaia di lavoratori e non può essere ignorata».

La Rsu ribadisce che questa posizione «non nasce da sterile contrapposizione, ma da senso di responsabilità verso tutti i lavoratori. È nostro dovere denunciare ciò che non funziona e rivendicare ciò che spetta di diritto. Un Comune è "virtuoso" non soltanto quando ottiene riconoscimenti formali, ma quando sceglie di investire sulle proprie risorse umane, garantendo dignità? Equità e motivazione a chi ogni giorno assicura servizi essenziali alla cittadinanza».

Per questo la Rsu chiede all'Amministrazione «maggiore coraggio e trasparenza: utilizzare fino in fondo gli strumenti previsti dalla legge, riconoscere i diritti dei dipendenti e tradurre il virtuosismo in scelte concrete a favore del personale e della comunità», conclude la nota.

 


 

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